26 febbraio 2007

fino al 29.IV.2007 Daniel Spoerri Prato, Centro Pecci

 
Non per caso. Sta in tre parole l’intento curatoriale della retrospettiva su Daniel Spoerri. Che intende smantellare l’immagine critica più stereotipata dell’artista, legata ai Quadri trappola...

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Le prime e più note opere di Daniel Spoerri (Galati, Romania, 1930), i Tableaux pièges (dal 1961), fissavano su tavola i resti di lunghe cene e lasciavano immaginare il tempo trascorso dai commensali a consumare cibo e parole. Mozziconi di sigarette, carcasse di animali fagocitati, forchette sporche e tappi abbandonati giacevano sul piano. A seconda della disposizione dei piatti e dei residui sulla mensa si potevano intuire rapporti e contrasti. La durata veniva catturata nella staticità del quadro. Appesi alle pareti verticalmente, come pitture, i Tableaux pièges sfidavano la gravità e le leggi della fisica, trattenendo gli oggetti dal cadere. Se l’intervento dell’artista sembrava voler fermare la fluidità del tempo e dello spazio, era il caso a decidere la disposizione degli elementi sulla tavola. Spoerri si limitava a registrare una situazione. Con una forma di realismo nuovo, che non si basava sulla rappresentazione della realtà ma sulla sua presentazione. Se Duchamp aveva introdotto questo concetto con i suoi ready made, assemblaggi di oggetti già esistenti, Spoerri lo amplificava creando composizioni di oggetti fortuitamente testimoni di eventi.
L’impatto di questa idea all’inizio degli anni Sessanta è stato così forte da rischiare di cancellare il lavoro di ricerca svolto dall’artista nei decenni successivi. E che la retrospettiva del Pecci cerca invece di presentare con chiarezza, ripercorrendone le tappe con un criterio espositivo che intreccia cronoloDaniel Spoerri, Le Carnaval des Animaux: Human images compared to those of Goats, 1995 Assemblaggio su stampa scanachrome (da Charles Le Brun, 1670), 180x100x20 cm Courtesy Galerie Thomas Levy, Hamburg gia e raggruppamento tematico. Di sala in sala, il visitatore si confronta anche con fasi meno note del percorso di Spoerri. Può osservare le Collezioni, assemblaggi di oggetti acquistati nei mercatini delle pulci. Oppure, nella sezione dedicata alla Eat Art, gli esperimenti scultorei con la pasta di pane, trasformata in spugna invadente e disgustosa (Mignon Schraibmachine, 1969 e Woman’s bread shoe, 1969). E, ancora, i Détrompe-l’oeil (I), sarcastiche critiche alla rappresentazione illusionistica in pittura, che viene disillusa dall’applicazione su quadri dal sapore antico di oggetti reali ed in prepotente contrasto con il soggetto del dipinto (Attenion: Chien méchant, 1962) e gli Object de magie à la noix, in cui l’aura magica emanata da alcuni oggetti viene evocata con atteggiamento coscientemente superstizioso.
Lo spettatore si sofferma poi sulle Moltiplicazioni, considerate da Spoerri forse la parte più significativa della propria ricerca, in quanto testimoni di un mutato atteggiamento rispetto ai quadri trappola: gli oggetti presentati nella installazioni sono accuratamente disposti dall’artista in schemi speculari, che rendono un continuum spaziale. Con i multipli l’opera d’arte perde la sacralità che le era conferita quanto unicum. La mostra ha il pregio di offrire largo spazio anche ai progetti più recenti dell’artista: il Carnevale degli animali (1995), La catena genetica del mercato delle pulci (2002) e Gli idoli di Prillwitz (2005), nei quali emerge la fascinazione per la raccolta di “cianfrusaglie”, come l’autore stesso le definisce, e per la rielaborazione fantastica di stampe ed immagini scientifiche, anatomiche, etnologiche e fisiognomiche. Daniel Spoerri, 20 Objets de magie à la noix, 1966-67 - Assemblaggi d’oggetti in teche, varie dimensioni - Museum Morsbroich, Leverkusen L’esposizione fa inoltre riferimento a momenti della vita personale di Spoerri, con numerose opere tra cui la Chambre n. 13 de l’hôtel Carcassone (1998), ricostruzione della stanza feticcio in cui l’artista visse a lungo e in cui accolse Restany, il critico guida dei Nouveaux réalistes, per mostrargli i suoi primi lavori. Una copia fusa in bronzo della stessa stanza è conservata al Giardino di Daniel Spoerri a Seggiano (Grosseto), sede dalla Fondazione omonima.
L’ultima sala del percorso espositivo pratese è dedicata proprio al parco di sculture, che festeggia il suo decimo compleanno. Nel giardino il visitatore si trova a confrontarsi con i temi universali della vita e della morte, dell’amore e dell’amicizia, del sesso e della violenza. Vagando liberamente in un angolo di Maremma. Ebbene, se un difetto dovessimo cercare nella puntualissima retrospettiva del Pecci sarebbe al contrario la perfetta successione tematica del suo percorso, che sistematizza con rigore scientifico un’opera come quella di Spoerri, così ricca di suggestioni incrociate ed evocazioni simboliche da perdere un po’ del suo charme tra le stanze bianche di un museo.

silvia bottinelli
mostra visitata il 18 febbraio 2007


Daniel Spoerri, non per caso – A cura di Stefano Pezzato
Fino al 29 aprile 2007 – Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci
Viale della Repubblica 277, 59100 Prato
Aperto tutti i giorni dalle 10 alle 19, chiuso il lunedì
Info: 0574 5317 www.centropecci.it

Il Giardino di Daniel Spoerri
Loc. Il Giardino, 58038 Seggiano (Grosseto)
Info: 0564 950026 www.danielspoerri.com
Prenotazioni: 0564 950805 ilgiardino@ilsilene.it

Catalogo a cura di Marco Bazzini e Stefano Pezzato

Giornate di studio sulla Fenomenologia dell’oggetto nell’arte del XX secolo
A cura della Scuola di Specializzazione in Storia dell’Arte dell’Università di Siena
29 marzo 2007: Giardino di Spoerri
30 marzo 2007: Centro Pecci


[exibart]
 

1 commento

  1. preferisco l’immagine stereotipata di spoerri legata ai Tableaux pièges. il resto che ha prodotto negli anni successivi è veramente epigonale rispetto ai propri coevi.

    ps
    complimenti per l’appuntameno del 39 marzo!

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