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Per raggiungere la mostra dedicata all’arte di Jacopo da Pontormo all’interno di Palazzo Pitti, si devono prima attraversare le numerose sale della Galleria Palatina, ammirare gli splendenti affreschi del Cortona, i loro vivaci stucchi bianchi e dorati, le alte pareti riempite da tele di ogni foggia e dimensione, capolavori dei più grandi maestri dell’arte europea. Difficile non esserne catturati. Tuttavia, giunti finalmente alla Sala delle Nicchie, una delle ultime del percorso museale, si ha come un sospiro di sollievo. Dalla magnifica baldoria degli ambienti precedenti, si entra in uno spazio attentamente pausato, dove le opere appaiono finalmente in tutta la loro quiete. Pochi lavori (cinque quadri, due disegni, una stampa, un arazzo e un frontespizio) creano Incontri miracolosi. Pontormo dal disegno alla pittura, una mostra che fa della scarsità dei materiali una ricchezza.
Protagonista dell’esposizione è la Visitazione, capolavoro del maestro empolese conservato a Carmignano, recentemente restaurata e già esposta a Firenze in quell’occasione. La tela è accompagnata dall’unico disegno preparatorio conosciuto, e da una stampa di Quattro donne nude eseguita da Albrecht Dürer, a segnalare uno dei possibili riferimenti iconografici per il Pontormo.
Anche se con la Visitazione ci è concesso di contemplare uno dei massimi livelli raggiunti dalla pittura del nostro, essa è tutt’altro che inedita agli occhi dei visitatori. È in effetti sulle pareti di fronte che si è colpiti dalla meraviglia. Vi si trovano due ritratti maschili: uno è il notissimo Alabardiere, che per la prima volta dopo decenni torna dalla sua sede americana di Los Angeles per essere esposto in Italia. L’altro è Giovane uomo con berretto rosso, recentemente riscoperto e messo all’asta, poi acquistato da un collezionista inglese e infine restaurato. È questo quadro il vero tesoro dell’esposizione, conosciuto fino a pochi anni fa soltanto attraverso un’incisione. In verità, entrambi i ritratti sono lavori che non potranno essere rivisti presto nel nostro paese, e meritano dunque di essere apprezzati finché se ne ha l’opportunità.
Giovane con berretto rosso, 1530, Collezione privata
Nella mostra sono così presentati tutti gli elementi essenziali per comprendere l’arte di Pontormo: lo studio rigoroso seppur eclettico (guardava anche ai tedeschi!), le sottili variazioni formali (si confrontino i due ritratti, tanto simili nella posa quanto differenti negli esiti finali), le semplificazioni geometriche (dell’Alabardiere si ammiri la ripetizione di un’unica forma ellittica per costruire il soggetto, ben diversa dalla ricerca naturalistica del Giovane con berretto rosso) e coloristiche (le vesti delle donne della Visitazione sono un capolavoro, per non parlare del rosso vivo dei ritratti), la potente traccia lasciata nelle generazioni successive (sono esposte tre opere del discepolo Bronzino, fondamentale protagonista dell’arte fiorentina nei decenni centrali del Cinquecento).
Una piccola mostra sì, ma che con pochi cenni evoca il contesto storico-artistico meglio di altre chiassose esposizioni recenti; inoltre, il confronto stringente tra disegni e pitture, permette di riflettere sul metodo esecutivo di Pontormo, il quale, come giustamente ricorda il curatore Bruce Edelstein, ha sofferto per troppo tempo della cattiva reputazione di genio indisciplinato e volubile addossatagli da Vasari, oscurandone le straordinarie capacità compositive, più che evidenti in queste opere.
Stefano Farinelli
mostra visitata il 16 giugno 2018
Dal 7 maggio al 29 luglio 2018
Incontri miracolosi. Pontormo dal disegno alla pittura
Galleria Palatina, Palazzo Pitti
Piazza de’ Pitti, 1 – 50125 Firenze
orario: dal martedì alla domenica, 8.15 – 18.50
info e tel: +39 0552654321; www.palazzopitti.it