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La Galleria Eduardo Secci di Firenze ha inaugurato il progetto espositivo “Studio Visit”, una mostra che si concentra sulle pratiche artistiche più sperimentali, condotte da artisti delle ultime generazioni, un’ottima occasione per capire dal suo interno, il funzionamento e le dinamiche dell’arte contemporanea nel non sempre facile rapporto tra fruitore, creatore e curatore.
Alla mostra collettiva prendono parte quarto artisti di varie provenienze geografiche e con stili molto diversi tra di loro: Alice Browne (UK, 1986), Timothy Hull (USA, 1979), Pedro Matos (Portogallo, 1989) Anne Laure Sacriste (Francia, 1970).
Lo spettatore, si trova nella situazione di una visita all’atelier dell’artista, si avvicina all’opera nel momento della sua creazione, entra nel cuore e nella fucina creativa dell’autore che di solito rimane nascosta allo sguardo esterno. Le sale ampie e luminose della galleria fiorentina permettono di ammirare con calma e concentrazione i dettagli e la perizia dei quattro mondi presenti all’esposizione.
La mostra è accompagnata da brevi testi critici redatti da quattro curatori internazionali: Domenico de Chirico per Anne Laure Sacriste, Micol Di Veroli per Alice Browne, Pauline Foessel per Pedro Matos e Lumi Tan per Timothy Hull.
Alice Browne si organizza in strutture pittoriche e oggetti scultorei usando l’incipit visivo della Morra Cinese, allargando la discussione sul funzionamento delle immagini e delle strutture che circondano l’essere umano. La solidità del sasso viene sconfitta nel gioco della Morra dalla carta, solo all’apparenza fragile. Nella Browne la pietra è intesa come utensile e forma primitiva ma anche come delimitazione di un territorio, attraverso la sua pratica artistica la pittrice distrugge il ruolo dello spettatore, provocandolo dal punto di vista politico – sociale, scuotendone le certezze percettive date dalla cultura di massa.
Anne Laure Sacriste è minimalista, simbolista a tratti, ritorna al dipinto, crea un immaginario che si snoda tra natura e sogno. L’autrice parte da un’ osservazione attenta della realtà per poi concentrarsi su una quasi assenza del soggetto iniziale, andando verso l’astrazione. Di formazione classica, ispirata da Nicolas Poussin, dal tedesco Caspar David Friedrich e anche dal simbolismo tedesco. Ha una grande sensibiltà per il paesaggio, andandone a scrutare i silenzi e le suggestioni nascoste nei dettagli. Le sue opere si tingono di immateriale, oscurità e bagliori, segno, vuoto di senso.
Timothy Hull cattura le tracce di antiche civilizzazioni attraverso disegni e complessi dipinti densamente stratificati. Con ironica irriverenza e personale poesia tende a rivedere fatti storici e famosi paesaggi lontani nel tempo. Sono le “tre metropoli del passato” che interessano particolarmente a questo artista statunitense. Atene, Alessandria, Roma sono rappresentate a strati,a sezioni temporali che fanno riemergere una coscienza collettiva in qualche modo ispirata al lavoro di David Hockney che innegabilmente coinvolge lo spettatore in una sorta di narrazione polivalente.
Il portoghese Pedro Matos utilizza simboli naturali, l’oceano, il paesaggio. Rielabora con i moderni mezzi fotografici e di foto ritocco scenari di realtà per poi creare delle opere astratte. Alla Galleria Eduardo Secci, presenta la serie Carving che si rifà ai graffiti urbani, messaggi di persone sconosciute e segni di desideri e pulsioni di passanti forse reali o immaginati. Altra serie presente Subliminal Gesture dove si concentra sui lastricati, tipici delle dimore del Portogallo. L’opera di Matos ci permette di fare un passo indietro , di osservare il mondo e di trovare armonia nel caos della vita contemporanea.
Duccio Ricciardelli
mostra visitata il 27 aprile
Dal 27 aprile al 03 giugno 2017
Studio Visit
Galleria Eduardo Secci
Piazza Carlo Goldoni 2 – 50123 Firenze / IT
Orari: Lunedì – Sabato 10.00/13.30 – 14.30/19.00 e su appuntamento
Info: +39 055 661356 / gallery@eduardosecci.com – www.eduardosecci.com