La città della Vergine, gioiello del gotico italiano, apre le porte dei Magazzini del Sale alla scultura contemporanea con una mostra di Matthew Spender. L’artista inglese –che risiede da più di trenta anni in provincia di Siena- presenta per l’occasione una serie di busti scultorei, ritratti di fanciulle senesi, nella loro veste più vivace di contradaiole, avvolte nei pesanti fazzoletti e nei caratteristici abiti rigonfi tinti dei colori delle rispettive contrade.
In tutta l’opera di Spender la figura femminile ha un ruolo fondamentale: dalle primitive terrecotte ai bassorilievi lignei, dalle eccentriche statue di legno dipinto, ai marmi e travertini monumentali.
La mostra fa luce sugli ultimi tre anni: l’artista traduce sulla pietra una serie di disegni eseguiti dal vero su soggetti che si muovono nel loro ambiente quotidiano. L’allestimento, minimale e scarno, scandisce il percorso segnando tre fasi diverse ma confluenti in una tematica centrale: la moda.
“Nel mondo della moda” dice Spender “l’orpello non si distingue dall’intento principale. Un vestito lo ha per così dire, incorporato. Non si distingue l’aspetto kitsch da quello decorativo, perché la moda è decorativa fin dall’inizio”. Questo argomento viene affrontato dapprima con una serie di studi di modelle durante i defilées, poi con il gruppo delle ragazze con cappello, e infine con le contradaiole che percorrono frenetiche la via Banchi di Sopra durante i giorni del palio.
All’ingresso un’imponente statua raffigura la bella Erin O’ Condor fotomodella di fama internazionale presentata in vesti decisamente deluxe, ad iniziare dal sanguigno e grave panneggio di travertino oniciato, ottenuto con tagli diretti di ascendenza cubista. Il marmo statuario serve all’artista per praticarvi incisioni sintetiche, per delineare i tratti dei volti pallidi e immobili delle sculture. Ed è sorprendente notare come certe soluzioni trovino un precedente abbastanza diretto negli sguardi assorti e nel profilo ieratico della statuaria gotica senese.
I materiali preziosi come il marmo nero del Belgio, il Bardiglio, la breccia paradiso, il Rosso levanto, il Sunny, il Portoro, l’Onice il travertino rosso, bianco, noce, la Pernicia, il Ming verde o l’Azul cielo, diventano vesti impedenti e improbabili capigliature tondeggianti, talvolta completamente ricoperte da eccentrici cappelli come accade per la Donna col cappello giapponese o per il Ritratto di Loek.
Novità evidente negli questi ultimi lavori di Spender, è l’uso della tecnica di assemblaggio, giocato sull’effetto teatrale e cromatico degli incastri geometrici tra pietre differenti e dipinte. Curiosa in un contesto di questo tipo è la sezione dedicata a studi e bozzetti di opere per interventi da realizzarsi in spazi pubblici come Cavalli alla mossa o il Bozzetto per un arco (che ricorda la facciata di un edificio sacro medioevale) ideati per il piazzale di fronte della Stazione di Siena.
gaia pasi
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