Categorie: toscana

fino al 3.XI.2002 | L’Arte Magica di Francesco Tomassi | Lucca, Palazzo Ducale

di - 24 Ottobre 2002

Così, inaspettatamente. Leghiamo il suo nome a importanti interventi architettonici, come il Palazzo dei Congressi e la biblioteca della Scuola Normale a Pisa, o la Cittadella del Carnevale a Viareggio. Quanto basta per rendere onore al suo lavoro. Ma Francesco Tomassinon è solo questo. Da oltre vent’anni nella sua vita c’è la pittura. Gli si è presentata davanti con prepotenza, senza concedergli vie di fuga. E lui si è abbandonato a questa nuova passione. Oggi, per Tomassi, dipingere è una necessità, non una professione. E lo fa con stile, assecondando la sua personale sensibilità filosofica. Accompagna senza troppi timori le proprie svolte emotive. E per far questo si affida alla variabile percezione dell’universo che lo circonda. Rischiando di cadere perfino in contraddizione. Ma questo non lo spaventa, piuttosto lo stimola a produrre in immagini le proprie scoperte, ogni volta nuove. E allora, col pennello in mano, si mette in discussione e interviene di nuovo su tele già secche. Elimina un soggetto, ne aggiunge un altro, cambia le ombre, accentua i toni, stravolge l’atmosfera. Perché lui, Tomassi, è il primo critico di se stesso. Estremamente selettivo. A volte firma le sue tele, senza troppi eccessi, altre volte no. Come se bastasse quel tratto di colore corposo e denso per riconoscerlo. Ci violenta, lasciandoci investire dall’emozione dell’immagine. Senza distrazioni. Critici e storici dell’arte lo hanno paragonato con facilità a grandi nomi della nostra epoca, dando vita a una parata di citazioni. Per lui sono stati tirati in ballo Hopper, Fischl, Hockney. Perfino Dalì e Munch. Malgrado tutti i possibili richiami, Tomassi è solo Tomassi. Trae ispirazione dagli ultimi cent’anni di storia dell’arte e ne cattura l’essenza, per poi tradurla in un linguaggio realistico e fantastico insieme . Dapprima racconta storie comuni, tanto vere da apparire grottesche, surreali o iperreali. Disorientano e stupiscono, sulla tela, la sovrapposizione di piani, di punti di vista diversi, di linee di fuga, di geometrie architettoniche calde e rigorose. A tratti inquietanti. Su sfondi pastosi, piatti e acidi si muovono figure piene. Ecco la nudità felliniana di fronte a una tavola apparecchiata, e accanto l’innocente crudeltà di un bambino biondo che uccide un uccellino. Ed è un choc. Poco più in là, il ritratto dei suoi genitori. Poi aggiunge movimento, e si infiamma. Altre scene quotidiane si accavallano, sviluppando l’immaginario del nostro inconscio. Tomassi ci racconta di uomini d’affari, di relazioni immaginate, di visioni e poetiche allucinazioni nella sua Livorno, dei risvolti più oscuri della nostra mente. Anime sole si abbandonano malinconiche incorniciate in geometrie di forme e di luce, una madre e il suo angelo-bambino ci guardano da un paesaggio in fiamme, un cane abbaia a nessuno. Al di là della banchina, una casa rossa. Questa è l’Arte Magica di Tomassi. Quella ispirata da André Breton. La stessa che darà continuità al Novecento.

link correlati
La Cittadella del Carnevale

gianluca testa
mostra visitata il 13.X.2002


L’Arte Magica di Francesco Tomassi; Lucca, Palazzo Ducale piazza Napoleone
Fino al 3 novembre 2002; Orario: 15.30-19.30 (mar_mer); 10-12.30 / 15.30-19.20 (giov_dom); chiuso il lunedì; Catalogo in mostra, a cura di Vincenzo Farinella (25 euro); Ingresso libero; Informazioni: Provincia di Lucca, tel. 0583 4171; Ufficio stampa della Provincia di Lucca (Lorella Sartini, Luciano Gallo)
tel. 0583 417274, e-mail ufficiostampa@provincia.lucca.it
Ufficio stampa “Davis & Franceschini” (Lea Codognato, Sabrina Zini)
tel. 055 2347273, e-mail davis.franceschini@dada.it


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