Per definire le motivazioni profonde del site specific realizzato ed esposto nel territorio di Montepulciano, episodio del più vasto progetto
Icario Arte, si potrebbe ricorrere al significato letterale del termine “comprensione”. Infatti comprendere, contenere in sé, è la modalità esemplare attraverso cui un’innovativa azienda vinicola coniuga produzione commerciale e sperimentazione artistica, dimostrando nel contempo una profonda coscienza ambientale. Del resto, quale migliore ricompensa, per un luogo generoso di risorse naturali, se non un contrappunto di opere umane altrettanto preziose? Inoltre, comprendere è ciò che connota primariamente l’opera del fotografo
Gabriele Basilico (Milano, 1944), non a caso “incaricato” di un’indagine visivo-topografica sulla cittadina in questione.
Nell’ambito del reportage architettonico – con particolare attenzione alle trasformazioni del tessuto urbanistico periferico – Basilico è certo una delle maggiori personalità a livello mondiale. Lungo un percorso ininterrotto che dal suburbio milanese lo ha condotto dapprima in Francia per la
Mission Photographique de la Datar, poi a Beirut, Mosca e verso ulteriori realtà, l’artista si è costruito uno stile personale di estrema riconoscibilità.
Un equilibrio sapiente tra rigore e poesia, teso a riscattare soprattutto, per mezzo di figurazioni solidamente geometriche, quei luoghi moderni che consideriamo privi di valore estetico. Ogni scatto su pellicola registra le variazioni sensibili degli insediamenti umani, ri-attualizzando uno dei grandi temi del razionalismo novecentesco: fare dell’arte una scuola democratica dello sguardo, per realizzare infine che spetta a noi trovare la bellezza in ogni punto del reale.
La sfida che il fotografo ha accettato a Montepulciano era ostica, poiché approcciarsi alla collina Toscana, inflazionata da decenni di promozione turistica, comportava la necessità d’inventarsi una rappresentazione paesistica diversa. La soluzione conseguente, escogitata sul campo, non poteva che essere dialettica: da una parte mostrare la saldezza formale dell’antico centro, dall’altra rivelare l’inevitabile permeabilità dello stesso.
Le auto e le segnaletiche, i parcheggi e l’outlet: è ormai evidente che i paesi gioiello di queste campagne – nonostante le politiche di preservazione – non possono sfuggire alla dinamicità del tempo attuale. Né in fondo devono farlo. Il messaggio che traspare dalle circa trenta foto in mostra conferma la linea concettuale dell’autore, consistente nell’anticipare al giudizio estetico una più serena accettazione. Ciò che esiste, bello o brutto che sia, ha sempre un senso.
Comprendere tale senso significa conoscere il presente e, in prospettiva, saper agire con cognizione e giustezza nel futuro.