Categorie: toscana

Fino al 30.X.2001 | Galileo Chini. Ceramiche da collezioni private | Borgo San Lorenzo (fi), Museo comunale della Manifattura Chini – Villa Pecori Giraldi

di - 15 Ottobre 2001

Galileo Chini (1873-1956) è il più significativo rappresentante di quell’Arte Nuova italiana che, sulla spinta di quanto andava accadendo in Europa, volle che la pittura e le altre arti maggiori, libere dai confini tradizionali, invadessero il terreno delle cosiddette arti applicate. Così il talento pittorico di Galileo poté sperimentare con successo forme espressive all’origine del moderno design: decorazione architettonica, arredo, scenografia e, soprattutto, arte della ceramica. Esemplari finora preziosamente custoditi da collezionisti, si dispiegano sotto gli occhi del visitatore ripercorrendo le diverse fasi stilistiche di un itinerario artistico che a partire del XIX secolo arriva fino agli anni Venti. Lo scenario è filologicamente corretto: la Villa di impianto trecentesco che, oltre alla mostra in questione ospita il Museo comunale della Manifattura Chini (con tanto di ricostruzione di un forno a muffola), fu oggetto di un’opera di ammodernamento degli elementi decorativi commissionata allo stesso Galileo Chini. Ne sono testimonianza l’affresco rappresentante San Giorgio, la lunetta in ceramica policroma del Cristo coronato da spine, il rivestimento del camino, gli ornamenti parietali e la bellissima scalinata elicoidale. Erano gli anni in cui l’estetica liberty padroneggiava in Europa quando, nel 1896, la storica manifattura Ginori viene ceduta all’industriale milanese Richard. Un gruppo di artisti fiorentini, spinti dal desiderio di risollevare le sorti di una tradizione iniziata dai Della Robbia reagì alla perdita fondando una piccola fabbrica di maioliche, L’Arte della Ceramica, di cui il giovane Chini assunse la direzione artistica. Una melograna e due mani intrecciate è il marchio di quell’esordio, debitamente impresso sul primo nucleo di ceramiche esposte. Un inedito compromesso capace di far convivere il gusto rinascimentale e neo classico della tradizione con i dettami dello scenario artistico d’oltralpe. Sinuose decorazioni fitomorfe e antropomorfe disegnano il contorno di volti femminili dal sapore botticelliano che sembrano rubati alle tele dei preraffeilliti. Ma simili stereotipi sono spesso traditi da un uso del colore assolutamente antinaturalistico, imprevisto. Vasi, anfore, piatti e piatrelle presentano qualità cromatiche coraggiose e all’avanguardia, supportate da un ricercatissimo sapere tecnico che, fin dall’inizio, segnerà l’intera produzione ceramica del Chini. Il tratto morbido e fluttuante si fa sempre più geometrico, le figure stilizzate. Nonostante i riconoscimenti e il prestigio raccolto Galileo, avvertendo la necessità di sperimentare liberamente, nel 1906 abbandona la manifattura e, in società con i cugini Chino e Pietro, fonda le Fornaci di San Lorenzo la cui produzione è contraddistinta dal marchio della graticola, simbolo del martirio del patrono del luogo: Borgo San Lorenzo. Un repertorio caratterizzato dall’impiego di materiali ceramici particolarissimi come il grès salato (dall’aspetto ruvido e grezzo, decorato di blu cobalto con gli stilemi dell’ornato etrusco) e dalla sperimentazione di sofisticate tecniche di colorazione come il lustro metallico, capace di restituire vibrazioni cromatiche di grande effetto. Chiamato a Bangkok nel 1911 per decorare la reggia del sultano del Siam, al suo ritorno Galileo saprà ancor più incontrare i favori di una borghesia sedotta dal gusto per l’esotico e l’orientaleggiante. Nelle ultimissime creazioni il contrasto di colori primari si fa audace, i tratti diventano geometrici e formali: è il richiamo della nascente Optical Art.



Maurizio Rossi




30 giugno-30 ottobre 2001
Museo comunale della Manifattura Chini –
Villa Pecori Giraldi, Borgo San Lorenzo (FI)
Infoline: 055 8457197 (055 8456230 nell’orario d’apertura del Museo)
E-mail: infoborgo@tin.it
Visita guidata su prenotazione
Martedì e sabato: 10.00-13.00/15.30-18.30
Mercoledì, venerdì e domenica: 15.30-18.30
Chiuso il lunedì e il giovedì
Biglietto: Lire 5.000
Catalogo: Museo della Manifattura Chini, a cura di Gilda Cefariello Grosso, Edizioni Polistampa, Firenze 1999. Lire 25.000


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