I lavori di Zineb Sedira, Jananne Al-Ani e Adam Broomberg & Oliver Chanarin, nonostante l’espressività dei loro linguaggi visivi, inducono lo spettatore a leggere i comunicati distribuiti per capire meglio a causa dei contesti sociali e delle identità culturali a lui estranee. Ma le informazioni e le percezioni che si ricavano dall’insieme delle immagini e dei testi, colpiscono enormemente e danno al visitatore il desiderio di un costruttivo dialogo tra culture, di conoscenza di punti di vista e modi di vivere diversi.
Mentre Sedira e Al-Ani propongono le loro riflessioni su percorsi di individuazioni femminili nel loro sviluppo tra due mondi diversi, Broomberg & Chanarin presentano i loro sguardi diretti verso altre persone, di cui tematizzano la fiducia nei loro vari stati di abbandono. Un viaggio tra le mostre pratesi di Toscana Fotografia 2002 .
L’astrazione del bianco e nero si presta perfettamente alle espressioni
riflessive delle due fotografe. Di Jananne Al-Ani , irakena che vive a Londra, si potrebbe dire che fisicamente è in Europa mentre la sua anima continua a salvare e a fissare la memoria della sua vita, nel paese d’origine, e della sua famiglia esposta alla cultura mediorientale con le sue tradizioni e costumi.
Oltre alla sua serie sulla guerra del Golfo, venti piccole immagini intime in larghe cornici nere, e le preziose immagini riprese da video sul linguaggio del gioco, impressionano soprattutto due grandi fotografie che dominano lo spazio espositivo di Dryphoto arte contemporanea 2, intitolate After Eden, del 1996. Ognuna delle fotografie raffigura un gruppo di donne sedute, vestite in modi notevolmente diversi, con pantaloncini corti o un velo sulla testa, suggerendo una specie di metamorfosi tra una e l’altra, davanti ad uno sfondo nero, come se si trattasse della stessa donna.
Il nero appare ugualmente dominante nelle silhouette su sfondo bianco nelle grandi stampe di Zineb Sedira, francese di origine algerina, in mostra a Dryphoto arte contemporanea 1.
Pur permettendo di riconoscere qualche dettaglio illuminato in controluce come un anello o un’unghia, suscitando il delicato piacere della fotografia in bianco e nero, i busti delle donne rappresentate nelle immagini non sono riconoscibili. Questa sensazione di silenzio e anonimità, provocata anche da un altro lavoro sul velo, viene infranto da due video rappresentanti l’artista in una discussione con la madre in francese e arabo, e l’artista con la propria figlia che risponde in inglese.
La ricerca dei due redattori della rivista Colors Adam Broomberg & Oliver Chanarin nei locali dei Cantieri Culturali ex Macelli è notevolmente diversa. Lungo le pareti si susseguono numerose stampe a colori orizzontali raffiguranti bambini o adulti in vari stati di abbandono: in estasi, in preghiera, sotto anestesia, in attesa di un sollievo fisico o psichico. Nelle immagini la messa a fuoco è sugli occhi, sucitando forse l’idea dello specchio dell’anima, colpendo lo spettatore nella loro cruda realtà e nella loro visione diretta di ogni singola scena. Ma soprattutto le ultime fotografie della serie, le persone in sala operatoria, sembrano creare un aggancio alle immagini dell’inizio del percorso espositivo pratese: il lavoro di Andras Calamandrei sul suo incidente in macchina. Il dialogo dei vari linguaggi delle immagini fotografiche, dei temi e delle culture dei singoli autori, dunque, è vivace e, grazie agli organizzatori, ri-vivacizzato.
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Zineb Sedira e Jananne Al-Ani
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