Un artista decisamente internazionale inaugura la stagione espositiva della Galleria Il Ponte. Hidetoshi Nagasawa (Manciuria, 1940; vive a Milano) sbarca a Firenze con Interferenze, opera concepita, come sua consuetudine, in situ. Due lunghe travi in castagno, accorpate da sembrare un intero, per un totale di undici metri, attraversano lo spazio espositivo fino a scaricare il proprio peso su le due estremità: due travi di appoggio ruotate e poggiate a terra in senso inverso, che sostengono la prima ad un metro dal suolo. Un equilibrio precario che proietta sulla trave stessa un senso di pesantezza e leggerezza insieme. Un vitale senso di tensione. Attraverso una studiata congiunzione di equilibri l’artista riesce a superare la fisicità stessa della materia sottraendola al principio limite al quale è condannata a sottostare: la forza di gravità. Un effetto non inteso a screditare o a superare la materialità fisica ma che piuttosto ne riconosce l’essenzialità. Nella ricerca di un armonia tra il corpo e lo spazio ad esso circostante.
In Lezioni Americane Italo Calvino, noto estimatore della leggerezza, osservava come questa trovi il suo fondamento proprio nel peso. Ed è sempre il peso, inteso come gravità, ad essere ricondotto, secondo la dottrina di Epicuro, a principio fondamentale della costituzione del cosmo. Un’opera dunque che indaga l’arcano equilibrio tra pieno e vuoto, visibile e invisibile, materia e spirito.
Le stesse dicotomie dalle quali, secondo l’artista, la scultura è generata. In linea con le filosofie orientali e con il pensiero zen, fattori condizionanti di tutto il percorso artistico di Nagasawa, la via alla dissoluzione e al superamento del peso -inteso come processo di sublimazione umana racchiuso nell’illuminazione- è un’operazione che si compie non all’esterno, nell’aria, bensì all’interno della materia stessa.
Nella sala inferiore della galleria, una serie di opere su carta (materiale spesso privilegiato dall’artista) datate 2004-2005: nastri di rame da colori naturali o ossidati che si intrecciano in un delicato gioco di relazioni.
valentina bartarelli
mostra visitata il 10 ottobre 2005
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