Categorie: toscana

fino al 31.I.2003 | Riccardo Baruzzi – Eventi del volto | Pietrasanta (lu), Galleria Nicola Ricci

di - 16 Gennaio 2003

L’osmosi di colore si concretizza nell’essenzialità dei volti acidi e familiari. Che escono dall’anonimato per il rapporto affettivo che – si intuisce – li lega all’autore, Riccardo Baruzzi. Sono volti semplici, a metà fra realismo e pop art. Il realismo è per la fedeltà delle linee acquose e dissolte, che disegnano profili sfilacciati ma distinti e distinguibili. E perché ogni volto è un volto reale, perché all’origine di ogni ritratto ci sono storie e persone che vivono, che dialogano fra loro. L’uso del colore – con le sue tinte forti e piatte sovrapposte allo sfondo d’alluminio –, la tecnica sperimentale, l’immediatezza di esecuzione e il materiale utilizzato – comprese le lamiere riciclate – hanno invece un gusto decisamente pop.
Baruzzi, giovane artista che vive e lavora a Fusignano (Ravenna), ha da poco concluso l’Accademia. Ha dipinto a olio tele di grande formato, lavorando sulla consistenza della materia. Ha realizzato autoritratti in bianco e nero, a matita. E prima di raggiungere questa nuova sperimentazione si è confrontato con la solarizzazione di Man Ray, in una chiave tutta personale. Poi la svolta. Gli regalano alcune lastre in alluminio per stampe tipografiche. Da una parte ci sono i negativi, dall’altra lui dipinge. Baruzzi prova il colore, che sul metallo non aderisce. Si liquefà, distorcendo le forme. E quello che a prima vista può sembrare un esperimento fallito, si rivela la svolta innovativa nel fare pittorico dell’artista ravennate. Che ora riesce a gestirne gli effetti. Le macchie liquide di colore, che si disfanno dando origine a contaminazioni reciproche, concedono forza emotiva al ritratto. Superando il sentimento dello sguardo e scavando nel profondo. Difficile distinguere le contaminazioni casuali da quelle volute. Alla fine restano ritratte personali interpretazioni dell’anima. Prima la colata nera sull’ambiguità di un volto turchese (“Un angelo mi ha lasciato un messaggio”), poi il dolore livido di un pianto silenzioso e seminascosto da capelli verde acido (“Ora sono sola, ora gli credo”), infine lo sguardo tagliato e compiaciuto di un altro volto rigato (“Sono felice per quello che fai”). Ogni immagine ha una storia, dicevamo. E ogni titolo è un frammento parlato della storia stessa, è un riferimento al reale. Ma Baruzzi è già pronto a sviluppare la sua ricerca. In mostra ci anticipa qualcosa. Da una parte c’è ancora il ritratto, ora decentrato per lasciare spazio agli arredi ora ingrandito fino al particolare. Dall’altra ci sono gli oggetti. Il primo è un giradischi cult dipinto su fondo giallo (non più solo alluminio, quindi). “E’ questa l’alchimia dei rapporti artistici: pittura, musica e… acqua” ci dice il pittore e dj, Riccardo Baruzzi. Che sul catalogo scrive così. “Mi siedo, accendo una sigaretta e il giradischi suona la terzultima traccia di Peace Orchestra: le basse frequenze muovono l’acqua delle mie lastre metalliche”.

gianluca testa
mostra visitata l’11 gennaio 2003


Riccardo Baruzzi – Eventi del volto
Pietrasanta, Galleria Nicola Ricci
via del Marzocco, 43
Fino al 31 gennaio 2003
Orario: mar_dom 15.30-19.30
Catalogo in mostra, a cura di Angelo Capasso
Ingresso libero
telefono e fax 0584 283197
e-mail nicolaricci1@virgilio.it


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