Il vetro, che venne probabilmente introdotto per la prima volta dai popoli della Mesopotamia fra il IV e il III millennio a.C., fu uno dei materiali più usati nel mondo romano, soprattutto dopo il I secolo a.C., quando la diffusione della tecnica della canna da soffio e la costruzione di fornaci capaci di raggiungere temperature elevate, permisero di produrre il vetro in tempi più brevi e a costi ridotti.
L’intento della mostra è quello di illustrare, attraverso l’analisi combinata di reperti archeologici e fonti letterarie, quale fu l’importanza del vetro nell’antichità romana. Si può parlare di una vera rivoluzione tecnologica che portò il vetro a gareggiare con materiali di ben più antica tradizione.
Gli antichi Romani hanno il merito di aver sviluppato diversi modi di impiego del vetro e di aver creato una produzione che era destinata a rimanere insuperata per secoli. Era soprattutto nel litorale campano che si trovavano i maggiori centri di produzione del vetro, fra i numerosi reperti esposti risalta il famoso Vaso blu, capolavoro della tecnica cammeo consistente in un vaso di vetro scuro rivestito da vetro bianco intagliato.
Durante i pacifici anni del regno di Ottaviano Augusto (27 a.C. – 14 d.C.) vengono aperte numerose officine vetraie creando una vera industria del vetro, ciò avrà forti ripercussioni nella vita quotidiana: il vasellame domestico in terracotta e metallo, viene affiancato e poi sostituito dal vetro, apprezzato più degli altri materiali come contenitore di cibi, bevande, sostante farmaceutiche e cosmetiche, in quanto materiale chimicamente neutrale la cui trasparenza permetteva di verificare lo stato delle sostanze in esso contenute.
Brocche, anfore, coppe, piatti, bottiglie, ciotole, balsamari, corni potori, delle più svariate fogge e colori, provenienti per la maggior parte da Pompei, testimoniano insieme ad alcuni affreschi, come il vetro fosse uno dei materiali prediletti nella vita quotidiana.
I reperti esposti nell’ultima sezione della mostra testimoniano come il vetro fosse utilizzato proficuamente anche nel mondo scientifico e tecnologico, per la fabbricazione di oggetti ustori, strumenti rifrangenti e riflettenti. Vetri opportunamente lavorati potevano essere importanti ausiliari della vista, ingrandendo cose minute, o al contrario riducendole, come la lente piano convessa che probabilmente serviva per correggere la miopia.
In mostra è esposto anche uno dei rarissimi vetri dipinti: un’eccezionale lente di ingrandimento decorata con il ritratto di un giovane uomo i cui grandi occhi scuri conferiscono una notevole espressività.
stefania zanieri
mostra vista il 28 marzo 2004
Alle Gallerie d'Italia di Vicenza, in mostra la scultura del Settecento di Francesco Bertos in dialogo con il capolavoro "Caduta…
La capitale coreana si prepara alla quinta edizione della Seoul Biennale of Architecture and Urbanism. In che modo questa manifestazione…
Giulia Cavaliere ricostruisce la storia di Francesca Alinovi attraverso un breve viaggio che parte e finisce nella sua abitazione bolognese,…
Due "scugnizzi" si imbarcano per l'America per sfuggire alla povertà. La recensione del nuovo (e particolarmente riuscito) film di Salvatores,…
Il collezionista Francesco Galvagno ci racconta come nasce e si sviluppa una raccolta d’arte, a margine di un’ampia mostra di…
La Galleria Alberta Pane, 193 Gallery, Spazio Penini e Galleria 10 & zero uno sono quattro delle voci che animano…