Nella sua fase simbolista brandisce come una spada l’animo populista e del protestatario. A Parigi conosce il colore, gli impressionisti, i divisionisti. Studia questi movimenti in tutte le loro possibilità, ma senza distaccarsi mai dallo spirito dinamitardo proprio del pittore del popolo, della gente comune, dei poveracci eternamente vinti. I suoi quadri si caricano di figure umane potenti, dense d’emozione, vere, sintetiche fino ai limiti del necessario. Ma possiedono la straordinaria qualità di un linguaggio universalmente comprensibile, che non perde mai la voce. L’arte popolare di Lorenzo Viani è l’animo del pittore contadino, è la sensibilità trasmessa e condivisa dall’amico e maestro Plinio Nomellini, è la passionale e incisiva alternativa alla Toscana dei macchiaioli, è la risposta sociale alla crisi collettiva. E in questo contesto vandalo, burrascoso e anarcoide, Viani si presenta con provocazione. E pone di fronte agli occhi del pubblico il suo personalissimo divisionismo, graffiato e graffiante, amplificato e immediato. Lo fa attraverso xilografie e disegni a china, tutti realizzati tra il 1902 e il 1916 e qua esposti per la prima volta insieme. Con un tratteggio geniale e dinamico, Viani descrive come vere e pulsanti le vele a china di Fra la nebbia. E con la stessa forza espressiva racconta di uomini e donne deformi, stanchi, reali. Piegati dalla fatica (Donne al lavoro e Pescatore), delusi e traditi dalle proprie aspettative e dall’inarrestabile disfacimento (Anarchici, Uomo con le mani in tasca, Donna con bambino). Ma l’arte di Viani è soprattutto chiara protesta sociale, contro il regime e contro tutte le mode. Proprio lui, che è riuscito a sopravvivere alle avanguardie, annientandole, denuncia con inquietudine la degenerazione che ha colto la sua Viareggio e il resto del paese. Resta vicino ai dolori e a tutti i tormenti, facendosene portavoce. Questa immagine di artista libertario, difensore di oppressi e senza patria, si manifesta in tutta la sua pienezza ne I girovaghi, illustrazione pubblicata nel 1907 sulla Zattera. Nell’opera, in alto, una didascalia che echeggia come un inno. La stessa aggressiva vitalità si ritrova nelle xilografie (esposte per la prima volta a Milano nel 1915). In mostra, il confronto tra stampe e matrici ci permette di confermare la genialità d’intaglio, così densa, tesa, istantanea e tagliente da ottenere un contrasto marcato e essenziale tra chiari e scuri. Dalla Povera gente alle Donne viareggine dalla testa a vela, l’effetto è travolgente. Di qui inizia lo studio di Viani per la realizzazione del capolavoro La Benedizione dei morti del mare, di nuovo esposta nella Pinacoteca di Villa Paolina dopo il restauro. La mostra si chiude con gli schizzi di scolaretti a matita e acquerello. Se questo rappresenta il momento forse più felice per Viani, il resto della sua vita è segnato dalla perenne inquietudine, che lo pone al di fuori di ogni schema. Una vita contro, dunque. Ma questa è la vita del genio.
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Viareggio (lu), Palazzo Paolina; via Machiavelli,2
Fino al 31 dicembre 2002. Orario: 18-24 (fino al 15 settembre), 16-19 (fino al 31 dicembre). Catalogo in mostra, a cura di Alessandra Belluomini Pucci e Enrico Dei (Euro 10). Ingresso 2,5 euro (ridotto 1,5 euro; ingresso gratuito per ragazzi fino a 14 anni). Informazioni 0584 966860 (Ufficio cultura del comune di Viareggio)[exibart]