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Fino al 4.IV.2002 Tra realtà e immaginazione Firenze, Foyer degli Artisti
toscana
Brani di invisibile dipinti nel minimo dettaglio. Quello che appare quando, complici il raziocinio e la follia, la vitalità invasiva intorno a noi può essere vista...
Al di là dell’astratto e oltre l’informale, la pittura di Carmelo Bolognese è turbine di colore che si fa pulviscolo danzante. L’orizzonte visivo, privo della ditinzione tra cielo e terra, si riempie del volteggiare secco e pulito di pennellate vibranti. Guizzi stenografici che disegnano pentagrammi vorticosissimi di sinfonie visionarie, dove l’adagio spesso prelude alla polifonia incantevole delle infinite declinazioni di tonalità racchiuse nel monocromatico. Le possibilità del verde prendono movimento in “Vitalità”, pioggia centrifuga e centripeta delle forze dinamiche della Natura; gli umori dell’Io insanguinano indolori la tela mostrando “I colori dell’anima”; la pazza visionarietà di un orizzonte ritmico dipinge lo “Spazio giallo”. Tra le opere più recenti, i grandi tondi: “Ricomposizione cromatica” e “Spazi e segni in verde”, circonferenze in cui si espande un universo che ha appena udito il Big Bang, globi planetari che un animista titolerebbe Gaia. Lo stesso soffio vitale che avvolge e coinvolge “Rossi e verdi contrastanti” in una foresta di segni arborei che sfida, inestricabile, lo sguardo. E’ il ritmo disegnato da simili tratti, tanto contemporanei quanto tribali, a tessere audace “Trame intriganti”. Eppure, il raziocinio domina con la sua grammatica ancora alcuni spazi, dettando le regole sintattiche in ciò che sarebbe magma informe o deforme: “Segni articolati”, come altre opere, ospita il predominio delle categorie della logica sui lazzi vivaci dell’impeto creativo. Dicotomia tra l’irrefrenabile e il mediato, che ripropone anche le due anime biografiche dell’artista: le origini rintracciabili nella terra che non smette di essere Magna Grecia, poi, il lungo vissuto nella città del Rinascimento. Tra sentire dionisiaco e ponderatezza, l’opera di Bolognese mostra che il flusso incessante di vita è visibile all’occhio che scompone l’incessante sequenza di segni vettoriali e che, soffermandosi, ruba il segreto di una verità “Tra realtà e immaginazione”.
Maurizio Rossi
14 marzo – 4 aprile 2002
Foyer degli Artisti
Borgo Albizi, 23 – Firenze
Tel/Fax 055 2343351
E-mail: foyer@katamail.com
www.fyr.it
Ore 16 – 19,30 (chiuso il lunedì)
Presentazione di Pier Francesco Listri
Ingresso gratuito
[exibart]
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