Era il 1845 quando Nicola I, zar di tutte le Russie fece un lungo viaggio in Italia in forma privata. Visitò i luoghi classici del Gran Tour alla scoperta dei preziosi tesori artistici del nostro paese; giunto a Roma si fece accompagnare nello studio di diversi scultori attivi in città e tra questi entrò in contatto anche con i carraresi Pietro Tenerani, Luigi Bienaimè e Carlo Finelli. Scopo di queste visite, oltre che la conoscenza di certi artisti e delle loro opere, era la volontà di acquistare o addirittura commissionare sculture destinate al museo dell’Ermitage di San Pietroburgo che in quegli anni prendeva forma accanto al Palazzo d’Inverno. Lo zar Nicola proseguiva la politica di acquisizione che era stata di Pietro il Grande che si era rivolto essenzialmente a Pietro Baratta, di Caterina II che si era orientata verso la figura di Giovanni Antonio Cybei e di Paolo I che si serviva dei fratelli Tricornia e della loro bottega aperta a San Pietroburgo in quel periodo.
Questo può essere considerato l’antefatto della bella mostra allestita a Carrara a Palazzo Cucchiari sede della Fondazione Giorgio Conti. Nella splendida residenza ottocentesca, progettata da Leandro Caselli e recentemente restaurata per accogliere esposizioni ed eventi culturali, è in corso Canova e i maestri del marmo. La scuola carrarese all’Ermitage, sedici marmi, provenienti appunto dal museo russo, e una serie di gessi illustrano la circolazione d’idee e il destino di quel gusto tra neoclassicismo, naturalismo e romanticismo che ha avuto nella Carrara della seconda metà del Settecento un crogiuolo culturale ed esecutivo.
Le opere sono contestualizzate nel background dell’epoca dopo che Giovanni Antonio Cybei divenne primo direttore dell’Accademia di Belle Arti della città fondata nel 1769 dalla duchessa Maria Teresa Cybo Malaspina e di Lorenzo Bartolini che diresse l’Istituto durante il periodo Napoleonico. Fulcro attorno a cui ruota tutta l’esposizione è Antonio Canova, artista esemplare e rinnovatore della scultura italiana del periodo. Egli da Carrara trasse la materia prima per realizzare molte delle sue ben note opere e tra gli artisti apuani ebbe diversi discepoli.
In quel torno di anni Carrara aveva ricuperato il suo importante ruolo nell’ambito del marmo e il commercio di questo materiale prese molto campo anche grazie alla modernizzazione dei mezzi di trasporto. L’Accademia diventò un punto di riferimento per la sua lavorazione e si diffuse l’esportazione di manufatti di alto livello artistico. Sì aprì una corsia privilegiata tra Carrara e San Pietroburgo tanto che la città russa e in particolare l’Ermitage, è quella che più di altre al mondo conserva un così alto numero di opere di scultori carrarini del Settecento e dell’Ottocento.
L’Orfeo di Canova, opera giovanile dello scultore di Possagno giunta in Russia forse a metà dell’Ottocento e posta nel giardino d’Estate, è l’opera attorno alla quale ruota tutta la mostra poiché rivela una notevole potenza nella quale è ancora evidente un’evocazione vagamente berniniana; l’artista, infatti, non è ancora giunto a quella sublimazione delle forme che lo caratterizzerà negli anni della maturità. Accanto a questa prendono posto Fede in Dio di Lorenzo Bartolini in tre differenti versioni, due in marmo e una in gesso (le prime due provenienti dal Museo Poldi Pezzoli e dall’Ermitage e l’ultima dall’Istituto d’arte di Massa). Inoltre da segnalare sono Psiche svenuta di Pietro Tenerani, Amore con colombi di Luigi Bienaimè e Venere nella conchiglia di Carlo Finelli.
La mostra dunque propone un focus sulla scultura degli artisti che si sono formati a Carrara e che con la loro opera hanno determinato l’andamento e lo sviluppo della scultura nei vari paesi europei. Viene in particolare esaminato il passaggio dal neoclassicismo alla scultura verista dalla metà del Settecento alla metà dell’Ottocento, anni in cui si determina una committenza prestigiosa che porta a una differente concezione della scultura.
Se da una parte i retaggi storici hanno contribuito notevolmente alla rivalutazione della scultura, dall’altro si tende a far diventare queste opere beni estetici di alto livello atti a contribuire a una formazione del gusto e al riconoscimento di un valore al “materiale” marmo e alla capacità e alla maestria della sua lavorazione.
Enrica Ravenni
visitata il 4 luglio 2015
Dal 13 giugno al 4 ottobre 2015
Canova e i maestri del marmo. La scuola carrarese all’Ermitage
Fondazione Giorgio Conti- Palazzo Cucchiari
Via Cucchiari 1 – Carrara (MS)
Orari: da martedì a giovedì: 10-12 / 17-22; venerdì, sabato e domenica aperto fino alle 23.30