Ancora una volta Siena offre al pubblico una mostra incentrata sull’arte autoctona, ma attraverso un percorso inconsueto, che ripercorre la mitologica Mostra dell’Antica Arte Senese, che si svolse dal 17 aprile al 30 ottobre 1904. Un evento che costituì per Siena la prima occasione di inserirsi nel circuito del turismo culturale divenendo –come precisa Gianni Mazzoni- “una città alla moda, meta di esteti di ogni nazione”, ma anche di valorizzare e far conoscere i capolavori della pittura, della scultura e delle arti applicate.
Dalla seconda metà dell’Ottocento crebbe in tutta Europa il gusto per la pittura primitiva; sia negli studi che nel collezionismo aumentò l’interesse per i fenomeni artistici della civiltà senese e si tentarono di ricreare maestranze in grado di mantenere vive o far rinascere le antiche tecniche, per applicarle a nuove invenzioni o per il restauro integrativo secondo il principio propugnato da Eugène Viollet-le-Duc. La rassegna senese del 1904 tenne conto di tutti questi aspetti e se ne fece portavoce, tanto da decretare un vero e proprio incremento in Europa di iniziative del genere.
La mostra prevedeva la collocazione di 2714 oggetti inviati da circa 380 prestatori, rappresentativi di un periodo che andava dal XIII al XVIII secolo, suddivise in ben 40 sale del Palazzo Pubblico che per l’occasione venne destituito delle sue funzioni amministrative e restaurato. Non venne seguita una disposizione cronologica né per genere, tanto che l’allestimento seguì più un carattere evocativo che scientifico.
Oggi, attraverso un ottimo allestimento nei suggestivi spazi del Museo Civico, gli stessi che nel 1904 ospitarono la prima rassegna, si possono ammirare opere di svariati generi che ripercorrono in maniera cronologica l’affermarsi della Scuola
Tra i capolavori in mostra spiccano La Madonna delle ciliegie del Sassetta e Il Giudizio Universale di Guido da Siena appena restaurato; i gruppi scultorei de La Maddalena e Il San Girolamo di Francesco di Giorgio e dell’Annunciazione di Francesco da Valdambrino. Nella sezione oreficeria si segnala il Reliquario ad albero di Lucignano in Val di Chiana, realizzato tra il XV e il XVI secolo. Splendida la parte dedicata alla cartografia senese, tra cui spiccano la Siena di Francesco Vanni nell’incisione di Peter De Jode Il Vecchio e la coppia di stampe realizzate nell’Officina De Rossi. Vasta la rappresentanza di opere di artisti puristi come Luigi Mussini (Odalisca), Amos Cassioli, Angelo Visconti e Arturo Viligiardi. Assolutamente da visitare la neo restaurata Gipsoteca, che contiene calchi in gesso di opere di grande valore.
sara paradisi
mostra visitata il 18 febbraio 2006
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