Quattordici artisti giapponesi dell’ultima generazione, quattordici giovani interpreti selezionati da Bruno Corà e dai “guest curators” Masahiko Haito e Samuel Fuyumi Namioka fra i rappresentanti più significativi delle diverse, recentissime tendenze dell’arte del Sol Levante. La mostra si espande dalle sale del Pecci allo spazio sottostante l’anfiteatro, e difficilmente il visitatore riuscirebbe ad individuare un filo comune che possa legare le diversissime espressioni ivi rappresentate, il suggello di un linguaggio così distintivo da poter essere paragonato, per esempio, a quello del cinema giapponese.
A ben vedere, camminando per le sale del museo, una cifra comune si può forse individuare in una sorta di distacco, di blocco delle emozioni, una freddezza che si esercita nelle più diverse espressioni (Go Kato, le forme autoreferenti di Juji Takeoka o la ricerca estetico-scientifica di Taro Shinoda), un senso di forzato controllo a cui fa eccezione il cromatismo fiammeggiante di Masato Kobayashi con le sue tele affrancate dal quadro e forse la sottile, perversa inquietudine delle opere di Yoshitomo Nara che, partendo da un’iconografia infantile, fumettistica, da Manga, riesce con pochi mirati tocchi (i dentini da vampiro di un faccino infantile, lo sguardo perverso di una bimba che regge un fiorellino) a suscitare un senso angoscioso di capovolgimento dei canoni di decodifica del quotidiano.
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Complimenti, non era facile trovare 1 filo tra le opere esposte.
Condivido anche la sensazione di freddezza nonchè inquietudine generale, espressa per me me al massimo attraverso la ripetitività di moduli o persone come nelle foto di ragazze-commesse da Grandi Magazzini! Architetture splendenti ma gelide, ragazze in divisa identiche una all'altra, pose senza vita e sguardi vuoti!
ho visto la mostra e mi è parsa buona occasione per minimamente approfondire l'aspetto estremo orientale. Certo il pecci non è proprio ricco di pannelli informativi che aiutano a comprendere la mostra eh...
Certo... l'articolo è scritto molto bene... l'articolo dico...