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fino al 6.I.2005 Arte all’arte Siena e dintorni, sedi varie
toscana
Sei interventi più tre progetti speciali. Tutti rigorosamente site specific. E il sito in questione è il paesaggio senese, tra morbidi declivi e borghi medievali. Dal vino, secondo Per Barclay, ai passanti di Gormley, alle lacrime di Moataz Nasr. Edizione numero nove per Arte all’Arte…
di Gaia Pasi
A Siena e dintorni, dal 17 al 19 settembre, si è aperta la nona edizione di Arte all’Arte, evento annuale di arte architettura e paesaggio, promosso dall’Associazione Arte Continua, che rimarrà visitabile fino al 6 gennaio 2005. In linea generale la manifestazione, prevede ogni anno la realizzazione di opere e installazioni ideate da artisti internazionali che vanno a collocarsi in alcuni spazi prescelti dai comuni sostenitori del progetto. Mario Cristiani uno dei promotori, assieme a Lorenzo Fiaschi e Maurizio Rigillo, ha definito il percorso come un “distretto Artistico-Agro-Alimentare”. Infatti, nei giorni di inaugurazione, l’arte è sembrata proprio andare a braccetto con il paesaggio –senza tralasciare i prodotti tipici toscani- puntando dritta verso lo scopo di riportare l’opera ad una fruizione inaspettata e diretta rispetto alle esposizioni cittadine, che inscrivono (e spesso e volentieri, in qualche modo, rinchiudono) l’arte dentro ai musei.
Il programma di quest’anno -curato da Achille Bonito Oliva e dall’inglese James Putnam- presenta sei interventi di artisti internazionali : Lucy Orta, Per Barclay, Tadashi Kawamata, Massimo Bartolini, Moataz Nasr e Antony Gormley, più tre progetti speciali, messi a punto rispettivamente da Joseph Kosuth, Luisa Rabbia e dal giovane Rocco Dubbini che, nella guida alle tappe di Arte all’Arte, immortala, con un curioso racconto fotografico, fatti luoghi e persone gravitanti intorno all’evento.
Per Barclay a Montalcino, nella chiesa di S. Francesco realizza un opera estremamente suggestiva proponendo un interessante connessione tra il luogo, ambiente e memoria collettiva legata al territorio. Un lungo tubo di gomma trasparente, dentro al quale scorrono vino rosso, baluardo e orgoglio del paese nel mondo (ma anche simbolico liquido liturgico), unito ad aria compressa per amplificare la sensazione del moto all’interno. Il tubo, si snoda serpentino attraverso tutto lo spazio dell’edificio, componendo un grandioso arco alto quasi 10 metri, per poi chiudersi in una spirale gigantesca –quasi un segno tangibile della circolarità degli eventi- adagiata di fronte all’altare maggiore. Seguendo con l’occhio la direzione del condotto, arriviamo davanti a una botte, dove la cima e l’ estremità della gomma confluiscono in un circuito chiuso. Il fluido energetico circola come sangue scandendo tramite l’ossigeno, la respirazione e il movimento, il corso e il ricorso delle congiunture umane.
A San Gimignano nei locali del museo Gamec che ospita la collezione Raffaele de Grada, per il giorno di apertura della rassegna, Joseph Kosuth ha presieduto il workshop dedicato ad Arte contemporanea e architettura nella spazio pubblico”. Purtroppo –nonostante il tema meritasse sicuramente- a causa dell’aula troppo piccola ma soprattutto di una traduzione poco brillante, l’interesse è scemato rapidamente: pochi interventi da parte del pur numeroso pubblico, al punto che il workshop si è trasformato in una estenuante conferenza a due, tra Kosuth e la traduttrice. L’artista al piano alto del museo, ha presentato una serie di progetti mai realizzati, mentre nella piazza del Bagolaro ha ripristinato la lapide perimetrale recante una frase estrapolata dagli scritti di Walter Benjamin , opera presentata proprio durante la IV edizione di Arte all’Arte ed ora riallestita in modo permanente.
Ancora a San Gimignano, nella parete interna alla nicchia della Fonte Medioevale Luisa Rabbia nasconde il Riposo del tempo che ha il volto di una figura inquieta, sdraiata ad occhi sbarrati con il mento stretto fra le mani e si staglia su uno sfondo di colore giallo potente, mentre si specchia sulla superficie dell’acqua. Anche questo secondo progetto speciale, dopo quello di Kosuth, si inserisce abbastanza bene nell’ambiente, soprattutto per merito di una studiata illuminazione; pur tuttavia nel suo complesso si risolve sostanzialmente nel gioco –un po’ vetusto- del contrasto spiazzante tra titolo e realizzazione.
Sempre nel paese della vernaccia, accolto nell’Orto degli Ulivi, il lavoro di Massimo Bartolini: una piscina non interrata (a differenza di Senza titolo Onda 1997/2000, vasca in movimento ma interrata e senza albero, presentata a New York), ad onde meccaniche che oscillano violentemente da un lato all’altro, con al centro un alberello che resiste all’acqua ed evidentemente regge bene anche all’urto. L’opera è molto efficace, una soluzione completa di arte-architettura-paesaggio perchè la vasca diventa elemento architettonico e insieme cornice, un supporto planare capace di imprigionare e fondere il movimento reale e l’elemento naturale insieme. Così Bartolini da vita un paesaggio tridimensionale e vivente che -rifiutando ogni mezzo tradizionale- riesce a dare origine a una nuova dimensione spaziale e percettiva.
Tadashi Kawamata crea lo scheletro di un portone, utilizzando come telaio una struttura perimetrale in profilati di acciaio che blocca al suo interno delle assi di legno. Con questo sistema, chiudendo parzialmente la Porta Nuova di Colle Val d’Elsa, l’artista lascia lo spazio per il transito delle persone, definendo un nuovo accesso pedonale al centro storico. L’intervento vuol porre l’attenzione su un antico punto di ingresso alla città, dimenticato dalla popolazione per il fatto che ancora oggi, dopo anni, l’area è interessata da un complicato intervento di restauro. Infatti, anche se il varco diventa accessibile, il percorso è impraticabile poiché brutalmente interrotto dal reticolato e dalle transenne dei lavori in corso. La porta, almeno per il momento, così come viene concepita assomiglia più ad una struttura di protezione e sbarramento pertinente al cantiere che ad un invitante varco d’accesso.
Ancora un intervento ideato su una Porta di accesso è a Buonconvento, dove Lucy Orta realizza Connector Body Architecture. Ricercando una maggiore verticalizzazione della massa muraria che incornicia la soglia, l’artista, cala lungo le parti laterali due serie di vestiti impermeabili collegati tra loro tramite delle zip. Nel Museo d’arte Sacra, la Orta espone In Vitro una struttura di metallo, da una parte suddivisa in alcuni scompartimenti aperti, sui quali sono piegati indumenti simili a quelli della Porta, e dall’altra totalmente aperta. A riempirla saranno i desideri quelli dei visitatori, scritti a matita su un foglio, chiusi una provetta di vetro e consegnati -sotto vuoto- a questo singolare contenitore. Infine in mostra alcuni modellini di Palazzi dal titolo Totipotent Architecture involucri architettonici sagomati in lamiera di metallo scuro che sostengono al loro interno fragili forme di vetro soffiato.
Antony Gormley, a Poggibonsi, con l’operazione Fai spazio prendi posto colloca sette sculture in ferro sagomate raffiguranti sei persone del posto e una persona che è passata da lì. Le statue sono messe in opera in sette luoghi specifici della città, scelti in base ad una ricognizione compiuta sugli abitanti con la volontà di costruire una mappa psico-geografica della zona.
Il percorso di Arte all’Arte termina nella chiesa di Sant’Agostino a Siena con l’installazione Tears, Unsicure dell’egiziano Moataz Nasr. Lacrime di cristallo piovono dal soffitto e, cadendo sul pavimento, compongono una pozza trasparente. L’impianto poetico del lavoro è –però- tradito dalla dimensione. L’incisivo sonoro che accompagna l’installazione, distribuisce nella cappella una registrazione del rumore dell’acqua che primeggia in maniera assoluta sul lavoro: l’impianto delle cinque gocce che pendono dal soffitto, appare per questo motivo sottodimensionato sia nei confronti del suono che dello spazio. Soprattutto in confronto al notevole affresco di Ambrogio Lorenzetti che –silente- fa da sfondo all’installazione.
gaia pasi
mostre visitate il 17-19 settembre 2004
info: Associazione Culturale Arte Continua
Via del Castello, 11, 53037 San Gimignano
Tel. +39 0577 907157 | Fax +39 0577 907291
e.mail: info@artecontinua.org
arte all’arte – Lucy Orta
arte all’arte – Tdashi Kawamata
arte all’arte Per Barclay
arte all’arte Antony Gormley
arte all’arte – Massimo Bartolini
arte all’arte – Moataz Nasr
[exibart]