Categorie: toscana

fino al 6.IX.2009 | Pierluigi Febbraio | Arezzo, Galleria Comunale d’Arte Contemporanea

di - 2 Settembre 2009
Scrive Artaud che nella vita c’è un momento, breve, brevissimo, in cui la mente e il linguaggio sembrano cogliere qualcosa d’indicibile, di trascendente, “come se si avvicinasse all’essenza delle cose”.
Questo istante magico e assolutamente raro aleggia negli spazi della galleria, dove Pierluigi Febbraio (Roma, 1976) presenta la sua ultima personale, summa di lavori nuovi e meno nuovi. Colpisce l’unitarietà del percorso espositivo. Quasi a seguire orme lievi eppure indelebili di un viaggio all’interno del proprio Io, di cui ogni opera rappresenta una tappa. “Un piccolo trauma che nasconde un dramma sussurrato”, si legge nel testo di Viviana Siviero.
Nella prima sala, lavori già visti che, però, acquistano significati altri in questa nuova luce, insieme emblematica e reale. L’indagine sulla dimensione infantile e i suoi mostri è ora più universale, sedimentandosi in una prospettiva a-storica. Se l’assenza di profondità nel disegno suggerisce un mondo immaginifico, il rilievo disomogeneo della malta micacea – che riveste le immagini dei tanti Sé dell’artista – assume una qualità meta-reale. Come una superfetazione dell’anima, un deposito organico di elementi sottili. Si fa più esplicito il valore simbolico della rappresentazione. Fra le righe è possibile ravvisare l’“archetipo dell’innocente” di stampo junghiano, inizio del travagliato percorso dell’uomo verso l’autocoscienza.
Nella sala che condivide una parete con la chiesa di San Francesco (vi è affrescata la Leggenda della Vera Croce), un’installazione mozzafiato, per l’intensità empatica con l’interlocutore e per l’equilibrio compositivo, frutto di vis poetica, concettuale e formale. Ancora, per la qualità vibrante – quasi sonora – della radenza luminosa. Spiove azzurra la luce sul muro in pietra viva, sui sassi bianchi in circolo attorno al lucido scheletro di un’altalena. La forma cuspidata sembra ritualizzare il totem infantile sospeso nel vuoto, soffocato dal blu di un cielo irraggiungibile.
L’atmosfera è pregna di spiritualità sottesa: “Mi sono lasciato andare all’ambiente abbandonandomi alle visioni”, ricorda l’artista. Un processo creativo su più livelli: quello psicologico che attinge dall’esperienza autobiografica e l’altro, più enigmatico, da un mondo arcaico senza tempo e senza luogo, affiorato nell’inconscio.
Infine, a ritmare lo spazio che fa da collegamento visivo ed escatologico tra le due sale, dodici leggii da orchestra. Sostengono frammenti di pietra argentina come spartiti di sinfonie liricamente tragiche. Sulla candida asperità del supporto lapideo, tratteggiati a olio, occhi, chiusi a volte in una suggestione alla Bernardí Roig sulla difficoltà del vedere. E ancora: bocche, nasi, porzioni di visi adulti imprigionati nella materia, fissati nella tensione di recuperare la propria interezza.
Sono un uomo che porta il suo fardello e vaga lungo un sentiero, ma a tratti il sentiero è invisibile” (Antonin Artaud).

articoli correlati
Febbraio da Romberg

lori adragna
mostra visitata il 1° agosto 2009


dal 31 luglio al 6 settembre 2009
Pierluigi Febbraio – Passo come un’ombra in un mondo di apparenza
a cura di Fabio Migliorati
Galleria Comunale di Arte Contemporanea
Via Carducci, 7 – 52100 Arezzo
Orario: feriali ore 10-13 e 16-20; festivi ore 10-20; chiuso il lunedì
Ingresso libero
Catalogo Romberg con testi di Matteo Galbiati, Gianluca Marziani, Fabio Migliorati, Viviana Siviero
Info: tel. +39 0575299255; fax +39 0575404518; ufficiocultura@comune.arezzo.it

[exibart]

Visualizza commenti

  • Visitando la mostra si ha l'impressione che l'artista abbia raggiunto una maturità tale che solo l'esperienza, intesa come vissuto, come crescita interiore e scontro, che solo la vita riesce a generare.
    L'istallazione ha il potere di catturare il riguardante, la luce, le ombre, l'atmosfera in toto, il percorso stesso evocano un senso di pesantezza, di qualcosa d'irrisolto, che non è riuscito ad andare oltre.
    Una mostra ben organizzata.

  • ERRATA CORRIGE:
    volevo precisare che i leggii dell'installazione sono dieci e non dodici e che la pietra è brasiliana, non argentina.

Articoli recenti

  • Arti performative

Il coniglio di Gelitin/Gelatin rivive per la nuova performance da Forof, a Roma

A Roma, Forof presenta un public program per approfondire la mostra dei Gelitin/Gelatin: si parte con una performance dello stesso…

2 Gennaio 2025 12:59
  • Personaggi

Addio a Ruggero Savinio: se ne va un testimone della pittura del Novecento

Ruggero Savinio è morto a 90 anni: nipote di Giorgio de Chirico, riuscì a reinterpretare la grande tradizione della pittura…

2 Gennaio 2025 11:45
  • Progetti e iniziative

Criptoarte e filatelia: il progetto di Hackatao con le poste austriache

Arte, storia e tecnologia si incontrano nei nuovi francobolli phygital di Hackatao, dedicati all’Imperatrice Sissi e a Francesco Giuseppe I:…

2 Gennaio 2025 10:08
  • Libri ed editoria

Gli splendori di Palermo, nella nuova monografia di Franco Maria Ricci

Una Palermo che si fa scrigno di culture, lingue e architetture: la storica casa editrice Franco Maria Ricci pubblica un…

2 Gennaio 2025 9:08
  • Mostre

Affinità elettive tra Paolo Masi e Servane Mary e poesie visive di Lucia Marcucci, a Firenze

Fino al 18 Gennaio, Frittelli Arte Contemporanea ospita "Show Me Off. Paolo Masi welcomes Servane Mary" e "Venezia Salva -…

2 Gennaio 2025 0:02
  • Mercato

Dentro l’asta. Betsabea di Francesco Hayez

Una rassegna di alcuni lotti significativi dell'anno appena volto al termine, tra grandi maestri e artisti emergenti. Ecco il caso…

1 Gennaio 2025 16:56