Nel
cimitero di Montparnasse, una pietra ovale ricorda una lunga storia d’amore. “
Unconcerned
but not indifferent”, faceva
incidere Juliet sulla tomba del suo Man nel 1976. Lo avrebbe raggiunto nel 1991
e, finalmente, i loro corpi sarebbero stati nuovamente vicini: “
Together
again”, si legge sotto una foto di
qualche anno prima.
Si
conobbero a Hollywood, nel 1941. Lui era Emmanuel Radnitzsky, ma i più lo
conoscono come
Man Ray (Philadelphia,
1890 – Parigi, 1976); lei Juliet Browner, una giovane modella dalla bellezza
inquietante.
È
subito amore, passione, amicizia, collaborazione artistica. Una fitta rete di
emozioni e sentimenti che s’intrecceranno per trentacinque anni. Impossibile
non averne sentore guardando la mostra
Man Ray. The Fifty Faces of Juliet, tra gli eventi del fitto calendario del
Lucca
Digital Photo Fest ’09.
C’è
da dire che il fondatore del Dadaismo, e stimolante protagonista del
Surrealismo, è
sempre stato sensibile al fascino femminile. Basti ricordare una
delle sue muse più famose, Kiki de Montparnasse (Alice Prin): conosciuta a
Parigi nel 1919, sua compagna per circa sei anni, Kiki è l’interprete della
memorabile fotografia
Le Violon d’Ingres (1924).
Ma
sarà Juliet a continuare a nutrire le potenzialità sperimentali dell’artista.
Juliet con il sombrero, in versione integrale come ninfa dei boschi, con il
turbante, mentre suona il violino, con un sorriso enigmatico… Il volto di
Juliet, quasi un’ossessione, dichiarata nel titolo del libro-portfolio
The
Fifty Faces of Juliet (1954).
“
Al
momento di scattare le foto, o lavorando in camera oscura, ho sempre evitato
tutte le regole fisse”, scriveva
lo stesso Man Ray. “
Ho mischiato gli elementi più assurdi, ho usato
pellicole scadute, ho commesso crimini odiosi contro la chimica e la
fotografia, ma nessuno è in grado di accorgersene”.
In
mostra, cinquanta stampe originali che abbracciano il periodo 1941-1955, nonché
una delle macchine fotografiche di Man Ray (la Huttig a soffietto degli anni
’30). Stampe colorate a mano, negativi ritoccati… Molte immagini sono state
scattate in rue Férou 2bis, nel quartiere di
Saint–Germain–des–Prés, dove la coppia andò a vivere quando si trasferì
definitivamente a Parigi nel 1951.
In
quello stesso studio si è recato
Dino Pedriali nel 1975. Le sue fotografie, a conclusione del
percorso, inquadrano un luogo affascinante. A un certo punto compare una coppia
anziana: nel volto sfiorito di Juliet, che mantiene un profilo perfetto, le
tracce dell’antica bellezza.