Categorie: toscana

Fino al 7.I.2002 | Maja Vukoje – Puppen | Firenze, Galleria Biagiotti

di - 29 Novembre 2001

La giovane artista, serba di origine, tedesca di nascita e viennese di adozione, presenta al pubblico una serie di oli Senza Titolo, di recentissima concezione. Le grandi tele, perlopiù di formato quadrato leggermente irregolare, raffigurano bambole che evocano il ricordo dei giochi e le atmosfere dell’infanzia, ma nascondono sensazioni e riflessioni complesse.
La Vukoje, da anni impegnata su questi soggetti, a partire dal 1999 ne ha fatto il suo interesse primario, pressoché esclusivo. Se inizialmente il suo linguaggio, più solido e concreto, si concentrava dettagliatamente sull’oggetto, recentemente l’artista ha operato una significativa svolta stilistica nel senso di uno scarno e criptico ermetismo. L’artista ha alleggerito il suo pennello, ha diluito i suoi oli ed ha ritratto i suoi soggetti con occhio sintetico, trasferendoli sulla tela mediante brevi cenni.
Il tema della bambola, dal significato duplice, è dunque al centro delle attenzioni esclusive dell’artista e domina gli spazi espositivi, saturandoli di silenzi assordanti, di pace ed inquietudine, di strazio e speranza, di passività e reazione. La sua cifra, così leggera e delicata, e il pigmento fluido, quasi trasparente, descrivono sinteticamente le contraddizioni dell’essere, la gioia e il dolore di vivere. Questi piccoli esseri, dallo sguardo intenso e sognante e dal pallore cadaverico, in equilibrio tra la vita e la rigidità dell’artificio, mediano il contrasto dell’essere umano con se stesso e con l’altro. Il conflitto tra azione ed inazione, tra paralisi emotiva e viva sensibilità, passa dunque attraverso corpi immoti e sguardi ispirati, proiettati verso l’infinito.
Così l’artista intende stimolare la sensibilità e la capacità intellettiva del suo pubblico, presentando significati profondi sotto forma di giocattoli, oggetti tratti dalla propria storia personale, che appartengono all’immaginario comune. Il recupero di feticci atavici, resi con un linguaggio massimamente sintetico, è regressione, ritorno ai principi primi, per indagare il mistero dell’essere e porre le basi di un nuovo e più felice inizio. Non sono assenti da queste opere pressanti inquietudini politico-sociali che implodono, anziché esplodere, generando terrore e speranza, paralisi e attivismo. In queste tele è presente lo strazio ed evidente il dolore, generati da conflitti vicini e drammaticamente attuali. Tali forti negatività, profondamente patite dall’artista, sono comunque mitigate dalla luce di speranza che illumina gli occhi delle sue creature ancipiti. In loro albergano la regressione nel passato e la proiezione nel futuro, il muto rifugio nel ventre materno e l’embrionale progetto di un nuovo inizio.
Dalla raffinatezza della cifra e dalla suggestiva complessità dei soggetti, risulta così evidente la maturità creativa di un’artista che ancora agli inizi del terzo millennio, riesce a trasformare la tela ed i colori ad olio in un affascinate mistero, a trasformarli in strumenti di auto-analisi e comunicazione, a rinnovare attraverso di loro l’eterna magia dell’arte.


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Valentina Sostegni


Dal 24 Novembre 2001 al 7 Gennaio 2002
Maja Vukoje “Puppen”
Biagiotti Arte Contemporanea
Via della belle donne 39r, Firenze
Tel-fax 0039 (0)55-214757
www.artbiagiotti.com
galleria@florenceartbiagiotti.com
Dal martedì al sabato, dalle 11.00 alle 19.00
Festivi chiuso
Ingresso libero
Catalogo a cura di Gianni Romano, Gabrius Edizioni – € 6,00


[exibart]

Visualizza commenti

  • ma quale è la prima personale italiana della Vukoje, quella a Firenze o quella, in contemporanea, a Milano?
    O ci sono due prime mostre personali contemporaneamente?

  • Valentina è riuscita a comunicare l'indicibile, Maja Vukoje è un'artista complessa e straordinaria. Non perdetevi questa mostra.

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