Visioni, viaggi e scoperte: il tema del
Festival della Creatività del 2008 è, nella sua sezione dedicata ai mondi altri, una lama di luce, un fascio laser in grado di realizzare uno switch continuo dal primordiale al virtuale. Dove si trovano 500 gallerie d’arte? Un grande museo come il Second Louvre? Artisti affermati tipo
Starax Statoski (ora divenuto
Light Waves) e centinaia di altri che ogni giorno creano in digitale? Ma in Second Life, naturalmente. Nel mondo sintetico dei Linden Lab, in Flickr o nelle sezioni di Koinup.
Migliaia di artisti a rischio di estinzione precoce, dopo la prima opera, una specie da preservare assolutamente, come dichiara il curatore Mario Gerosa. Sono loro a testimoniare un nuovo genere, dopo il surrealismo pop, i writer e la street art. Talenti da preservare e legittimare. Gerosa, oltre che curatore di
Rinascimento Virtuale è il fondatore della prima agenzia di viaggi specializzata in tour nei mondi virtuali, e in questo evento sfida il calo mediatico e imprime nel mondo reale, attraverso un format originale e decisamente evocativo, le opere presenti nelle gallerie virtuali di Second Life.
La materia prediletta da questi artisti è un ammasso di pixel da modellare e plasmare. Una nuova tappa nell’antropologia umana?
Assolutamente sì per chi ha deciso di posizionare, embedded come direbbero certe ansimanti reporter di guerra, i modelli di Ginevra Lancaster o i Moya Land fra gli strumenti antropometrici del Museo di Antropologia ed Etnologia, al primo piano del Palazzo Nonfinito. Quindi ecco, tra la creatività primordiale dei samoiedo, dei popoli di Papuasia e di quelli lapponi, l’elaborazione digitale dei loro nipotini in Second Life. Nuove forme espressive che velocemente nascono, si contaminano, evolvono in modo esponenziale: come l’impressionismo digitale, il Postkitsch, il New Pop, l’Avatar Art, l’Iperformalismo e l’Ultranaif.
Fra le teche del museo, di fronte alle armi dei primi popoli predatori o accanto ai poggiatesta dei luba shankadi congolesi, il motivo del viaggio riemerge nella sezione dedicata alle Moleskine d’autore: oggetti rituali, icone, quasi ex-voto che i creativi di SL ci offrono senza pudore, una testimonianza del legame itinerante tra le loro vite virtuali e quelle fisiche, fra i feticci dei popoli originari e i sottili monitor che gestiscono le nostre relazioni.
Non mancano neppure forti suggestioni sonore, altro codice genetico di SL, come nella
Chambre d’Ecoute immersa fra i sussurri e le melodie di un’animata foresta pluviale. Meno collocabile nello spazio è invece la sonorità incombente e avvolgente della sala del sudario, un manto di penne rosse e nere dedicato al Dio Sole dai tupinamba dell’antico Brasile. Nell’ultimo spazio del percorso e dopo essersi imbattuti in alcuni di loro in carne ed ossa, uno dei mantra del popolo avatar: essere avatar implica la perdita del corpo come peso, ma esalta la presenza del corpo come oggetto.
Firenze si presta a utilizzare per quest’evento addirittura il suo brand più alto, il Rinascimento, a garanzia di una creatività geniale che non può essere circoscritta al perimetro tecnologico. Convinta di ciò, non rinuncia a lanciare – attraverso il ticket cumulativo – anche l’altra manifestazione su SL in corso in questi giorni a Trento, al Museo Tridentino di Scienze Naturali.
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Come richiesto dall'interessato, specifichiamo:
"Il progetto dell'allestimento della mostra è dell'architetto Fabio Fornasari, che ha dato vita a un'innovativa filosofia espositiva, dove le sale del museo si trasformano in ambienti immersivi tesi a comunicare il carattere di Second Life. Cabine-installazioni in cui vedere i vari filmati tematici, stanze che riproducono i suoni di Second Life, tappeti grafici che raccontano e descrivono i mondi virtuali, gigantografie con le opere degli artisti selezionati, compongono un allestimento di grande effetto."