Francesco Carone (Siena, 1975) presenta, nella grande sala centrale,
l’installazione site specific Horror vacui. Elaborando del titolo l’accezione connessa alla
critica d’arte, quella tendenza radicata in epoche diverse a colmare ogni
porzione libera di tela o di spazio ambientale, e l’accezione propria alla
psicologia, cioè il disagio scaturito dal vuoto, l’artista cerca di giungere a
un’espressione confidenziale della sensazione indagata.
Il punto di riferimento, ideale e concreto insieme, è il
celebre dipinto La zattera della Medusa di Théodore Géricault, datato 1818; Carone costruisce
una tela di dimensioni identiche all’icona del francese, fornendole come
sostegno una struttura tubolare d’acciaio i cui gradini, assi di legno vecchio,
sono percorribili dai visitatori. Dietro il grande apparato, avvolta sul
pavimento, si aggiunge una spessa corda da ormeggio recuperata in una grotta
dell’isola d’Elba e poi ripulita da alghe e sabbia.
L’opera innesca un meccanismo ordinato e funzionale, in
grado di comunicare la partecipazione emotiva dell’autore: la grande tela
immacolata come possibilità e timore d’esprimersi, il punto di vista
contemplativo dal basso e quello dominante dall’alto, la cima abbandonata e
ridisposta come un cervello che si fa evocazione di una partenza aldilà del
tempo. Eppure, ciò che è valido non basta a eliminare il senso di ripetizione: Horror
vacui, pur
essendo lavoro maturo e potente, rientra in una tipologia artistica concettuale già
approfondita, e non vi aggiunge niente di incisivo. Un’occasione espositiva
così centrale avrebbe meritato una maggiore specificità.
Motherland/Homeland di Simon Roberts (Londra, 1974; vive a Brighton) è
un reportage fotografico realizzato in località provinciali poco note
dell’Inghilterra e, soprattutto, nell’enorme distesa della Russia; una cartina
segnalatrice degli spostamenti da un confine all’altro ricorda quanto vasta e
varia sia la terra sovietica: commistione d’influenze dall’Europa, dall’Asia e
dall’Arabia.
D’acchito piuttosto convenzionali, gli scatti rivelano in
seguito una sapienza singolare nella costruzione dell’inquadratura e delle
situazioni che vi si collegano. Vari piani di ripresa in relazione, dal campo
lungo al dettaglio, con soggetto la geografia e gli uomini, innescano
paradossali storie “mute”: i personaggi restano estranei alla macchina
fotografica, mentre i paesaggi si svelano in un istante d’imprevisto stupore,
come se il passaggio dallo stato originale agli insediamenti odierni fosse
avvenuto per caso o, meglio, derivasse da una volontà sconosciuta.
Alcuni dei ritratti risultano emblematici di tale
impostazione; dietro il soggetto in primo piano s’intravedono oggetti e
movimenti autonomi, quasi che la Storia si compiesse, sempre, in modo
disordinato dietro le nostre spalle.
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La
videorecensione della mostra di Carone
mostra visitata il 16 ottobre 2010
dal 9 ottobre al 7
novembre 2010
Francesco Carone – Horror vacui
a cura di Lorenzo Giusti e
Arabella Natalini
Simon Roberts –
Motherland/Homeland
a cura di Daria Filardo
Ex3 – Centro per l’Arte Contemporanea
Viale Giannotti 81 – 50126 Firenze
Orario: da mercoledì a domenica ore
11-19; venerdì ore 11-22
Ingresso libero
Info: tel. +39 0550114971; info@ex3.it; www.ex3.it
[exibart]
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