Tavole di plexiglas colorate di fosforescenze si susseguono sulle pareti bianche della Galleria La Corte di Firenze. Lo spazio irregolare della sala fa da contrappunto alla modularità delle opere, che scandiscono il muro in un ritmo serrato. La verticalità delle colonne grigie si allinea con l’andamento allungato delle forme di Paolo Masi. Un artista ormai consacrato da critici e storici, che sin dall’inizio del suo percorso, o quasi, studia l’astrazione geometrica. E inventa, anzi scopre, mille nuove modalità di visione.
Il lavoro presentato oggi lascia intravedere tutta la maturità della sua ricerca. Appaiono i frutti di una riflessione intrapresa nel 2000, variazione su un tema a lungo indagato.
I pezzi recenti sono composti da tre lastre trasparenti in plexiglas, dipinte singolarmente e accostate in successione sulla parete. L’alone proiettato dall’opera trasforma la superficie d’appoggio in un piano ulteriore. La scansione in profondità corrisponde all’euritmia dei diversi quadri negli ambienti delle gallerie.
Da Spaziotempo , ben tre sale sono inondate di colore brillante eppure non sopraffacente. I singoli rettangoli contengono nuance forti e in lotta tra di loro. Trame di linee in strati sovrapposti si posano sugli sfondi campeggiati e ne rigano la compattezza. In trasparenza, si leggono le intersezioni dei livelli. Uno schema simile si ritrova negli acrilici, presentati in un’unica sala. L’opacità del medium pittorico si lascia scalfire dal bianco del supporto, creando un effetto di recisione della stesura alla base. Le ragnatele di tratti si accumulano e i piani interferiscono l’uno con l’altro.
Paolo Masi è stato sempre in prima linea. Non solo creando luoghi di aggregazione collettiva come Zona-no-profit, spazio autogestito aperto nel 1974 insieme a Nannucci e a Mariotti. Ma anche e soprattutto con l’attualità delle proposte artistiche.
In un angolo della Galleria La Corte, quattro aste sottili di plexiglas fosforescente si slanciano oltre la parete; filtrando la luce, disegnano ombre colorate sulla superficie del muro. Esposta qui, oggi, un’ opera degli anni Settanta nasconde bene la sua età. Masi anticipava i risultati attuali, dimostrando la sapienza del suo saper vedere. In profondità. In trasparenza.
silvia bottinelli
mostre visitate il 12 e 13 dicembre 2002
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