30 luglio 2004

fino al 8.VIII.2004 L’occhio, l’orecchio, il cuore Lucca, Palazzo Ducale

 
Una generazione che tira calci. Che si racconta attraverso la sua musica. Fonte d’ispirazione, ambiente, atmosfera. Guardare, ascoltare, percepire. Dall’orecchio al cuore. Attraverso i lavori di diciannove giovani artisti, tra installazione, video e pittura…

di

Tutto ha inizio con la musica, importante –mai come in questo caso- quanto l’immagine. Ma i suoni si trasformano nel tempo e spesso svaniscono. Per quanto reale, il suono non è figurativo. Per raccontare ha bisogno di un supporto visivo, di un’immagine, di una cartolina. L’orecchio senza lo sguardo stuzzica l’emozione. L’orecchio e lo sguardo insieme generano invece la tempesta. Questo obiettivo è stato centrato. L’occhio, l’orecchio, il cuore è un evento speciale che mette in gioco tutti i nostri sensi. Si muove in una zona d’ombra, senza eccessi. Non c’è la pretesa di ottenere consensi a tutti i costi, e neppure l’intento di offrire un cocktail di opere poco decifrabili. Pur collocandosi sulla linea di confine, a metà tra esposizione e installazione, la mostra appare chiara, lineare, godibile.
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Il silenzio è rotto dalla trasmissione dei brani selezionati dagli artisti. Gli stessi che hanno ispirato le opere, accessibili su più livelli e così straordinariamente diverse tra loro. Appare evidente lo spessore della scuola palermitana. Nonostante la crescita personale e lo sviluppo di uno stile proprio, la prima formazione di questi giovani autori è stata decisiva. La parte del leone spetta a Daniele Galliano. Che dopo la fase intimista sembra essere tornato allo choc percettivo. Niente satanisti, pornodive, o alcolizzati. Si torna al rave party: giovani corpi danzanti, un po’ alienati e un po’ persi.
Tutti uguali, uno accanto all’altro. Contrasta la corposa fluidità del tocco di Alessandro Bazan e affascina lo straordinario Paul Beel, che ascoltando Mozart e Tom Waits ha dipinto opere che graffiano il cuore. I lavori di Francesco De Grandi si riempiono di ombre e misteri, così inquieti e perturbanti come ci appaiono. Con ansia getta uno sguardo in avanti, sul quel mondo elettrificato che dovrà ripartire da zero. Vicino al suo pensiero, ma con una poetica più tecnologica, Cristiano Pintaldi. Si36127 alternano poi il surrealismo dai colori penetranti di Fulvio Di Piazza, il ritmo delle fotografie di Matteo Basilé, le x-ray danzanti di Benedetta Bonichi, la calda fluttuazione cromatica di Marco Cingolani e le composizione inverosimili e sospese di Paolo Consorti. Musicca jazz, suoni elettrici e vinile sul filo dell’iperrealismo per Federico Guida. Che insieme a Marco Neri, Max Rohr e Velasco nelle della musica un uso tutto personale. Ricordiamo infine la sfacciataggine di Sandra Virlinzi, con i suoi personaggi pop isterici e deviati, le installazioni degenerate di Silvano Tessarollo e l’eccentrico Francesco Impellizzeri.

gianluca testa
mostra visitata il 28 luglio 2004


L’occhio, l’orecchio, il cuore
Lucca, Palazzo Ducale
piazza Napoleone
Fino all’8 agosto 2004
Orario: 10-19 (lun_dom)
Catalogo in mostra (20 euro)
Ingresso libero
Informazioni:
Provincia di Lucca, tel. 0583 4171
Ufficio stampa della Provincia di Lucca
tel. 0583 417274, e-mail ufficiostampa@provincia.lucca.it
Ufficio stampa “Davis & Franceschini”
tel. 055 2347273, e-mail davis.franceschini@dada.it


[exibart]

9 Commenti

  1. sai com’e’ topopuce, pare che in italia sia stato scoperto l’elisir di lunga vita…ma viene usato solo dagli artisti italiani, perennemente giovani…per certi giornalai dell’arte…

  2. il concetto di gioventù è labile ed etereo come l’arte, ragazzi miei. Essendo però il curatore della mostra posso spiegarvi che il senso della mostra era di fotografare il rapporto delle ultime generazioni di artisti contemporanei (operanti in Italia) con la musica. E senza la pretesa di essere esaustivi ovviamente. Ma non volevamo certo fare la nazionale Under 21.
    Saluti e baci, Sergio Tossi

  3. Ancora ‘sta storia del rapporto arte contemporanea-musica!? Dopo The Black Album da Colombo si cavalca l’onda eh!

  4. il progetto della nostra mostra risale a più di un anno e mezzo fa (i tempi delle amministrazioni pubbliche sono lunghetti…)ed in quel momento non c’era nessuna onda da cavalcare ma solo un mio vecchio pallino da musicofilo. Quando Colombo abbia pensato la sua mostra non lo so e nemmeno mi interessa. Nessuno di noi ha il copyright dell’idea. Chissà quante mostre sono state fatte e quante se ne faranno ancora sullo stesso concetto. A me sembra che L’Occhio,L’Orecchio,Il Cuore sia venuta abbastanza bene. Se il sig. Senzanome l’ha vista è padronissimo di stroncarla. Io personalmente stroncherei i suoi commentini aciduli. Buone vacanze a tutti.
    Sergio Tossi

  5. Con tutto il rispetto per Colombo, ma come si fa a pensare che un tema cosi banale, immediato (e per questo interessante, per carità) e lineare come quello del rapporto tra arte e musica sia stato inventato dal gallerista milanese? Si potrebbero citare decine di mostre sul tema. Enormi e microscopiche. Da Londra a Pordenone, dove una bella mostra artistic-musicale è stata allestita questa primavera nella Villa Galvani (simpatica tappa aggiuntiva per chi, come me, è andato a vedere l’apertura di Villa Manin). Forse è il caso di uscire da questa paranoia dei concept. A New York questi problemi non se li pongono, le collettive -nelle gallerie private, ma non solo- sono organizzate su temi che più banali e “giàvisti” non si potrebbe: lo specchio, il pagliaccio, il doppio, il rapporto tra pop e conceptual, le mani e così via…

  6. Credo che nelle mostre si dovrebbe parlare degli artisti e delle opere esposte e non dei temi proposti.
    Perdersi in polemiche su Cingolani se è giovane o no o se il rapporto arte/musica è banale e sfruttato o meno, penso sia sterile ed inutile per chi, collegandosi a questo sito ed andando a vedere la mostra (come spero abbiano fatto “topopuce” e “nameless”), si considerano amanti o solo appassionati d’arte.
    E’ vero che in Italia si polemizza su tutto, ma non caposco perchè farlo anche con chi, con fatica ed impegno, con le sue capacità ed i suoi difetti, organizza una mostra che, in ogni caso, raccoglie il lavoro di tanti (giovani o no) interessanti artisti italiani?
    Poichè ho qualche catalogo della mostra, sono disposto ad inviarne una copia a “topopuce” e “nameless” (che potranno contattarmi), purchè essi si impegnino a commentare la mostra dopo aver visto le opere esposte. Non sarebbe male che facessero questo!

  7. Egregio sig. Tossi, e’ vero, sono bastardo dentro, ma e’ anche vero che non si puo’ dire piu’ nulla in questo mondo dell’arte popolato sempre piu’ di nevrotici, frustrati e bromazepam-dipendenti. Ho visto The Black Album, la sua mostra no, ma conosco molto bene il lavoro di tutti gli artisti presenti e nessuno ha seriamente contatti con la musica a differenza di molti artisti presenti nella collettiva di Colombo. Ma non si offenda! La mia era solo una battuta, un commentino acidulo e idiota come i tanti che appaiono su questo sito.
    Lo pseudonimo e’ conseguenza di una certa tendenza alla privacy che Exibart comunque tollera altrimenti Tonelli metterebbe un moderatore, come nei newsgroups, che censuri i messaggi stupidi come i miei. Comunque sono musicofilo anche io e da sempre interessato ai rapporti arte/musica, a partire dal sensazionale sodalizio (finito male) tra Kandinski e Schoenberg, sino al contemporaneo, senza distinzioni tra musica cosiddetta colta e pop/rock. Non volevo certificare l’originalità dell’idea “banale” di Colombo né tentomeno l’onnipresenza di Luca Beatrice, sicuramente vero artefice dell’evento oltre che del riuscitissimo titolo. Pare che comunque la mostra in questione non sia stata nemmeno recensita qui su Exibart e quindi si spiega la corsa in sua difesa di Tonelli. Mancanza ben piu’ grave di un commentino pirla da parte di un commentatore ancora piu’ pirla come me…
    Mi scusi tanto, ma i commenti servono anche a questo.
    In risposta a chi si firma “parte interessata” (sei per caso Velasco?), dico che il catalogo di The Black Album ce l’ho, quello della mostra di Tossi non mi interessa, mi bastano le due immagini pubblicate sopra, dicono già tutto.
    Cordiali saluti a tutti e buone vacanze.
    il sig. senzanome

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