Un viaggio attraverso tutti i luoghi dell’adolescenza, dai più comuni e casalinghi a quelli più taglienti. Il quarto sesso si svolge senza coordinate su e giù tra la folla di opere e di in un allestimento sontuoso e un po’ claustrofobico. Uno sfarzo da Biennale, il corredo didatticamente corretto delle etichette e dei tableaux esplicativi, la coerenza, in fondo, di un discorso critico
Gli adolescenti che abitano l’immaginario collettivo si riflettono senza difficoltà in tutte le opere esposte, anche quelle un po’ hard core, anche quelle più violente. Li conosciamo tutti, sia i goffi bambini dorati di Henson, sia quelli sanguigni e altrettanto innaturali di Larry Clark. E conosciamo bene gli pscicodrammi e i sismi ormonali che si agitano sotto -e sopra- questa superficie di pesca: il conflitto con i genitori, il sesso prepuberale, il disorientamento, l’inclinazione per la violenza della musica, delle immagini, dei comportamenti. Risultato: l’adolescente formulato e messo insieme con le tessere disperse in mostra non è uno sconosciuto, e l’età ingrata non è più una zona d’ombra, per nessuno. Resta, almeno in questo caso, il pretesto per una rassegna davvero di
Le icone ricorrono: l’inossidabile adolescente Leonardo di Caprio sospira nelle vesti del S.Sebastiano di Antonello da Messina/Olga Trobeluts mentre Terry Richardson e la solita accolita di fotografi delle grandi firme continuano a mettere a fuoco tette, vagine e altre pudenda, rigorosamente fanciullesche e ellenisticamente depilate.
Entrando e uscendo continuamente dai box si avvistano altrettante isole di identità, insofferenti al riferimento geografico e culturale, radunabili solo per il leitmotiv trasversale della mobilità estrema e dell’instabilità. La posa metallara, la realtà meno rassicurante e sofisticata dei ragazzi di strada, i mille cerchi concentrici intorno al sesso e alla sua scoperta; tutto materiale per le installazioni di Yapanis, Templeton, Deller, Van Beiredonck. I moltissimi video, godibilissimi all’interno dei box, sono altrettante finestre su stati alterati della percezione della realtà: gli incubi e le disorsioni di Jamie,
Il quarto sesso – titolo brutto e trito, forse la pecca più vistosa di tutto il progetto – è, nelle parole del curatore, “una riflessione sull’importanza sempre maggiore che la tribù degli adolescenti ha sulla nostra società ”, ma, torniamo a dirlo, è soprattutto un formidabile collettore di artisti e opere concentrati in un allestimento efficace.
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interno3 ci puoi riassumere?
Pietro, elegante come al solito.
...bellissimo catalogo!
chi si è ascoltato la divertita intervista di bonami fatta da santalmasai a radio 24 l'altro giorno? credo sia uscito un "servizietto" non molto bello, questo, anche su raidue.
per chi fosee interessato all'intervista a bonami
http://www.radio24.it
andare su helzapoppin e poi link su archivio.
in basso, cercare la trasmissione del 9/01. comunque vengono specificati i temi trattati singolarmente da santalmassi.
ora potete ascoltare il pezzo oppure scaricarvelo.
ciao