Si articola sull’onda di una colorazione intensa e diversificata il percorso della mostra di Turi Simeti. Il silenzio dello spazio, è un evidente riferimento alla dichiarazione poetica espressa dallo stesso Simeti in una intervista rilasciata a Lucilla Saccà nel 1988: “Il silenzio dello spazio proposto è un’ipotesi di perfezione proiettata al di là dell’opera…”.
Il senso di provvisorietà si arricchisce di un particolare rapporto tra ordine e disordine, che si risolve in uno stato di equilibrio finale contraddistinto dalla dinamicità di un disegno interno capace di attivare la superficie. In questo contesto prende vita il lavoro unico di un artista che, in virtù di una coerenza disposta a rispettare alcune illuminanti intuizioni, si è confrontato con quanto alcune avanguardie dei primi anni sessanta hanno messo in atto. Dalle prime esperienze, riferibili soprattutto alla lezione di Burri, alla sua consacrazione nell’area di Nuova Tendenza, con la partecipazione alla rassegna Zero Avantgarde tenuta nello studio di Lucio Fontana nel 1965, Turi Simeti definisce il suo linguaggio in sintonia con coeve esperienze di livello internazionale spinte da una comune volontà di azzeramento della tradizione. Sin dall’inizio degli anni sessanta, attraverso l’acquisizione della monocromia e del rilievo quali uniche forme compositive, concentra il suo studio intorno all’elemento geometrico dell’ellisse. Successivamente, con l’ausilio di scelte minimali, Simeti approfondisce la sua indagine sul rapporto spazio – luce ottenendo opere di straordinaria armonia musicale. Negli anni novanta la dinamicità diviene il fattore essenziale di una struttura articolata. Il bisogno di rompere la rigidità della superficie, già presente, seppur latente nelle ripetizioni seriali degli esordi e nelle successive essenzializzazioni delle presenze aggettanti, si rivela non solo nella disposizione marginale degli elementi, ma anche nella loro combinazione sia in sequenza che in piena libertà di movimento nello spazio o ancora nell’inclinazione dei rilievi ellittici. Pertanto, se importanti mostre hanno messo in risalto quanto l’estroflessione praticata da Simeti assuma valori contigui e antitetici rispetto a tecniche applicate da altri artisti (Bonalumi, Castellani), l’evento livornese felicemente afferra l’opportunità di osservare un’identità in perenne trasformazione.
silvia fierabracci
Turi Simeti. Il silenzio dello spazio
Galleria Giraldi Piazza della Repubblica, 59 – 57123 Livorno; Periodo: fino al 1 marzo 2002; Orario: 10,00 – 13,00 / 17,00 – 20,00 ; Catalogo Edizioni Giraldi 2003[exibart]