Un’occasione da non perdere per leggere l’intera evoluzione artistica del maestro, e per scoprire un pezzo essenziale di cultura italiana a cavallo tra Due e Trecento.
La mostra è allestita in un’area del complesso di Santa Maria della Scala completamente ristrutturata e restituita al pubblico per l’occasione. Si parte con la generazione immediatamente precedente a Duccio, che rivela, come ha scritto di recente Salvatore Settis, “una consistenza e una dignità insospettate”: ad alcuni tra questi pittori e miniaturisti – Guido da Siena, Dietisalvi di Speme e Rinaldo da Siena – appartengono con ogni probabilità gli affreschi scoperti di recente nella cript
Tra i dipinti di Duccio i pezzi più sorprendenti sono indubbiamente la piccola Madonna di Berna (1290 ca) e il Crocifisso (1285 ca) della collezione Salini, mai esposto fino ad oggi. O ancora, il Trittico con la Crocifissione e Maria e gli angeli dolenti (1300 ca), prestato direttamente dalla Regina Elisabetta d’Inghilterra, che rivela una nuova sensibilità del pittore per colori scintillanti. Infine, due splendidi angeli (1308-11) dipinti sulle tavolette che coronavano la Maestà, visibile presso il Museo dell’Opera del Duomo.
Ai lavori di preparazione e di ricerca si è accompagnata una grande campagna di restauri, che ha portato risultati preziosi: per fare un esempio, si è scoperto che il mantello della Madonna dei Francescani (1285 ca) non è nero ma blu, modellato con piegoline come la coeva Madonna Rucellai.
Ma il vero pezzo forte è la vetrata (1287-’88) del Duomo, restituita anch’essa al suo originario splendore, vero centro focale della mostra. Immensa (6 metri di diametro, 9 figurazioni), spettacolare nel senso più genuino della parola. L’attribuzione a Duccio, avanzata in origine da Enzo Carli, è stata definitivamente confermata dagli studi effettuati dopo la messa a terra dell’opera: il maestro è l’autore del disegno preparatorio ed è intervenuto personalmente nell’ultima fase, eseguendo la grisaglia.
Infine, una sezione dedicata a scultura e oreficeria, che mostra come a Siena, negli stessi anni, ci sia una corrente importante che accoglie le novità gotiche in maniera più spinta rispetto alla scuola principale.
Duccio. Alle origini della pittura senese dimostra con ogni evidenza e felicemente come, per un grande evento di questo tipo, il criterio del richiamo di massa non escluda affatto, e anzi richieda necessariamente, l’alta qualità dei contenuti.
christian caliandro
mostra vista il 3 ottobre 2003
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strepitosa:purtroppo visitata da una marea di gente che si trova lì per il puro atto di esserci.L'evento mondano prevale nelle coscienze, sulla curiosità artistica.Riflessione limitata sul preziosissimo bordo della madonna dei francescani.I volti sono soltanto più riposati per la presenza di poltroncine davanti a quelle stupende vetrate,curate soprattutto in un disegno sottilissimo,che si ritrova,come un autografo,nel crocifisso successivo.Il vuoto del secondo piano parla da sé.Notizia:Duccio era visibile anche prima della mostra e nella stessa Siena.Uno studio su questo maestro dal colorismo così intensamente contemporaneo non avrebbe dovuto aver bisogno di simile pubblicità.
strepitosa:una mostra degna di attenzione dal mondo degli addetti ai lavori,e non di gruppi di persone dai volti inespressivi.Ho notato persone preoccupate solo dell'evento mondano e non della preziosità e accortezza orafa con la quale Duccio descrive il bordo del manto della madonna dei francescani.Si passeggia o ci si siede per riposarsi,guardando passivamente nel vuoto, dinanzi alle vetrate,curate nei dettagli:la barba disegnata è una firma del maestro,la stessa che si può notare nel crocifisso, posto non a caso subito dopo.E'sempre più triste capire che in Italia,paese dell'arte(anche i cantanti e le pubblicità lo sanno)si dia valutino gli artisti solo in base alle mostre e al loro successo come evento mondano.lo sapevate che Duccio poteva essere studiato abbastanza bene anche prima della mostra e nella stessa Siena?
Bella, bella, bella e molto ricca. Ben curata e piacevole da visistare. Unico difetto è di tipo etico: biglietto intero 10 Euro (non certo economico) ridotto studenti 8,5 Euro (-1,50), biglietto separato per l'accesso alla cripta del duomo dove sono stati recentementi scopreti affreschi di scuola duccesca 7 Euro; non era meglio evitare la farsa della riduzione studenti e fare un biglietto cumulativo di 10 Euro che consentisse di accedere a tutto il percorso espositivo?!?!?