Un nuovo cantiere che voglia lavorare sui giovani ha bisogno di una strategia d’attacco. Specie per una new entry come Pandemic, che ha l’aria di voler essere inserito a pieno titolo nel panorama italiano dei festival sulla produzione live di video e musica elettronica. Le collaborazioni con Arezzo Wave, Care Of, Xing e le interviste di Pandemic radio hanno dato un volto inedito al contenitore, confezionando un festival di tre giorni carico di nomi e curiosità. Basta dare un’occhiata al calendario per confermare la sua identità di evento culturale con la specifica vocazione d’indagare gli esiti di un panorama davvero ampio. L’ elettrowave_out ha selezionato durante la prima serata musica ed arte elettronica poi confluite nel calendario di Arezzo Wave, mentre la sezione di music&video set e quella video curata da Careof in Pandemic_contaminazioni rappresentano una ricognizione della ricerca in tutto il territorio italiano. Con un inedito interesse verso la narrazione, alcuni video, tra cui quello di Alex Cecchetti, Luca Trevisani e Paolo Chiasera, hanno costruito storie di qualche minuto sperimentando sulla natura dei corpi e sulle loro reazioni all’ambiente circostante, con esiti talvolta grotteschi.
Gli interventi rigorosamente live della sezione Pandemic_Preview si caratterizzano per l’intensa fusione tra suono e immagine, usati simultaneamente come elementi compositivi. La musica dei DeadZone, dei basement o degli FFW è sentita, vista, toccata in ambienti sintetici ed esaltata da nitidi paesaggi naturali che connotano i Cantieri La Ginestra come ottima location per l’immersione multisensoriale.
Tantissimi i nomi dunque, diversi gli approcci, ma formule sostanzialmente simili. Ad esempio, nella sezione a cura di Xing -network attivo fra Bologna e Milano che sostiene ed organizza eventi di vario tipo- gli InvernoMuto hanno presentato alcune azioni rivolte alla registrazione di live performances in ambienti naturali.
Dopo aver effettuato numerosi field recordings, hanno usato un cubo di plastica per una performance che, in video tornava ad essere collocato nell’ambiente naturale da cui avevano tratto i suoni. In seguito, un’altra trasposizione live ha presentato invece la rielaborazione degli elementi esterni che connotano la città. Alla ricerca di uno sfaldamento spazio-temporale gli ogi:no Knauss hanno svolto un’attività di documentazione sulle architetture urbane e sui conflitti per lo spazio che poi penne elettroniche hanno sottolineato o mutato seguendone il movimento. Elaborazioni sonore e immagini che trascendono da un senso preciso e univoco. Per dimostrare che non si tratta solo di coabitazione, ma di simbiosi.
matilde puleo
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