Nella serata conclusiva del Festival Cammille Guichard, regista del documentario su Duane Michals, ha voluto fotografare la sala gremita per mostrarla al fotografo americano, e ha aggiunto di essere stupito nel vedere una tale folla partecipare ad una rassegna dedicata all’arte e al cinema.
E’ questo uno dei dati più interessanti della 6° edizione del Festival fiorentino. Ogni spettacolo, ogni incontro con gli artisti ha visto l’affluenza straordinaria del pubblico, eterogeneo, curioso e attento.
Guichard non è stato l’unico tra gli invitati a scattare una foto dell’Odeon, bellissimo cinema art-nouveau.
Lo scorso venerdì, Hiroshi Sugimoto ha annunciato il vero motivo della sua partecipazione allo Schermo dell’Arte. Il fotografo giapponese dopo 15 anni ha ripreso il progetto Theaters appositamente per scattare una foto del cinema fiorentino. Lo schermo dell’arte Film Festival ha ospitato l’artista giapponese e lo ha sostenuto nella realizzazione della foto; scattata in una sala deserta mentre veniva proiettato il documentario Memories of Origin di Yuko Nakamura dedicato all’artista. Sugimoto rideva nel raccontare che in questa occasione per la prima volta ha potuto scegliere il film da proiettare durante la laboriosa realizzazione della fotografia.
La giornata di venerdì ha visto ospite del Festival anche Simon Starling che nel pomeriggio ha incontrato il pubblico in un’affollatissima aula magna dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove ha illustrato il suo lavoro incentrato nella la relazione tra immagini statiche e immagini in movimento in un tentativo di documentare e recuperare la storia dei luoghi, degli oggetti e soprattutto dei processi culturali che in maniera discontinua e non lineare producono sapere e arricchiscono il nostro immaginario, tema alla base anche del suo ultimo film Black Drop presentato al Festival in prima italiana. Il film esplora gli intricati rapporti tra fotografia e osservazioni astronomiche e mostra come tecnologie fotografiche utilizzate senza risultati nel campo astronomico abbiano contribuito alla nascita delle immagini in movimento. La fotografia pulitissima è un omaggio al cinema in pellicola in bianco e nero ed anche al complesso lavoro del montaggio, attraverso il quale i fotogrammi vengono rimossi dal loro flusso originale e riediti in una nuova sequenza come accade nella nostra memoria. Non stupisce allora che con le sue immagini icastiche il film sia divenuto un libro edito per la Humboldt Books, progetto editoriale di Giovanna Silva che Lo schermo dell’arte ha presentato domenica mattina presso il CCCStrozzina con un incontro al quale è intervenuta Barbara Casavecchia.
Difficile raccontare in poche parole tutti gli ospiti di quest’ultima edizione dello Schermo dell’Arte, e tutti gli incontri che si sono tenuti nei vari luoghi della città con un’affluenza di pubblico straordinaria che si è ripetuta tutti giorni a cominciare da giovedì con l’incontro con Adrian Paci coordinato da Maria Grazia Messina all’Università di Firenze e finendo con sabato pomeriggio dove al Museo Marino Marini, Deimantas Narkevičius, insieme ad Andrea Viliani e Alberto Salvadori, curatori della mostra a lui dedicata, ha parlato della sua ricerca artistica attraverso i lavori lì esposti. Nello stesso pomeriggio al Cinema Odeon era in programma una retrospettiva dedicata all’artista. La sorpresa più grande è stata constatare come i film che Narkevicius aveva concepito per spazi più piccoli e non per il grande schermo abbiano mantenuto incisività e siano riusciti ad instaurare una forte empatia con il pubblico anche nell’immensa sala dell’Odeon.
Maria Antonia Rinaldi
Info:www.schermodellarte.org