Hunter “Patch” Adams si veste da clown per visitare i suoi piccoli pazienti. Nei nostri ospedali, moltissimi volontari lavorano per rasserenare i degenti e contribuire alla loro guarigione. Sono piccoli segni di una cultura in trasformazione, che lentamente cerca di affermare il diritto dei ricoverati ad essere considerati da un punto di vista umano e non solo clinico.
C’è comunque ancora molta strada da fare, soprattutto per quanto riguarda l’adeguatezza degli edifici ospedalieri in sé, quasi sempre obsoleti e desolati. Tenendo conto di questa deficienza, la Fondazione della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia ha finanziato, in accordo con la ASL 3 di Pistoia, la costruzione di un Padiglione di Emodialisi affiancato all’Ospedale cittadino. Lo studio fiorentino di Giannantonio Vannetti ha realizzato un progetto che mette il malato, non l’apparato medico, al centro dell’attenzione. L’ingresso pedonale all’area ospedaliera è segnato da un’installazione di Robert Morris: un arco in acciaio su cui cresce un glicine, per simboleggiare l’ideale incontro tra natura e opera dell’uomo.
Il padiglione è costruito con materiali naturali: legno, vetro, rame trattato dalla tonalità verde acqua, pietra bianca. La struttura architettonica è composta da due elementi: uno ellittico e basso, l’altro rettilineo a due piani. Il primo edificio è destinato alla cura dei pazienti che devono sottoporsi all’emodialisi ed si snoda sul pian terreno in modo che i malati siano in grado di raggiungere autonomamente il proprio posto letto. L’accesso alle sale per la terapia avviene attraverso un ingresso decorato con un grande wall painting di Sol Lewitt, visibile anche dall’esterno, in cui strisce colorate e curve si intrecciano come vasi sanguigni, portatori di vita. Il pavimento del corridoio che conduce alle sale emodialisi è stato ideato da Claudio Parmeggiani, che ha disegnato con tessere musive bianche su fondo nero i dodici segni dello zodiaco, ponendo per una volta il cielo e le sue costellazioni sotto i piedi dei visitatori.
La compenetrazione tra interno ed esterno è una caratteristica fondamentale del padiglione. Da ciascuna delle 26 postazioni disponibili per effettuare la cura, i pazienti si affacciano su un panorama naturale: attraverso pareti trasparenti sono visibili infatti da una parte le aree verdi esterne al padiglione, dove si trovano le tre opere firmate da Gianni Ruffi, Dani Karavan e Robert Morris; dall’altra, invece, si possono contemplare i Giardini di Hidetoshi Nagasawa, spazi di
L’area immediatamente esterna al padiglione, di proprietà comunale, dovrebbe funzionare da raccordo tra l’ospedale e la città, per non isolare i degenti dal fluire della vita di tutti i giorni. Ruffi ha inserito nello spazio verde intorno all’edificio una grande panchina formata da due mezzelune di marmo bianco. Karavan vi ha posto un gazebo, dotato di sedie e tavolo in marmo al cui centro cresce un albero. Sono installazioni che invitano a vivere l’ambiente esterno come luogo d’incontro, a disposizione non solo dei degenti, ma anche dei cittadini. Ci auguriamo che gli abitanti di Pistoia non trascurino la generosa offerta.
silvia bottinelli
padiglione visitato il 19 luglio 2005
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altro che terapeutica, questa arte qui è soporifera!
E' vero l'arte è terapia , attraverso l'arte si può raggiungere la serenità e avere coraggio, perchè con l'arte comunichi le tue sensazioni e dai serenità al tuo spirito comunicando.
L'arte giustamente aiuta a superare gli scopi psicologi della persona.
Complimenti e un grazie alla progettazione architettonica del Padiglione Emodialisi di Pistoia.
Maria Pezzica
encomiabile