Il 23 ed il 24 giugno ogni angolo di Pisa è diventato teatro di un omaggio a Galileo Galilei, cui la città ha dato i natali (Pisa 1564- Firenze 1642). La figura del grande scienziato presenta ancora molteplici tratti inesplorati per la maggior parte della popolazione e dei turisti. Con lo scopo di riportarla sotto i riflettori, nasce Ipse dixit. Pisa città di Galileo: un evento multimediale lungo due giorni tra arte, fede e scienza. Si tratta di un’operazione culturale complessa, come svela il lungo il sottotitolo. Il teatro, la videoarte e la storia della scienza si sono unite per rievocare con una nota ludica le vicende galileiane, dando visibilità a numerosi luoghi storici poco esplorati. Il programma è stato ricchissimo. Così ricco che non abbiamo qui spazio sufficiente per citare tutti gli appuntamenti e le personalità coinvolte. Raccontiamo più nel dettaglio gli eventi che si sono spenti prima di cena, per lasciare il palco a suggestive situazioni teatrali e musicali. Proprio per la difficoltà che anche i più coraggiosi visitatori hanno incontrato nello spostarsi da una parte all’altra di Pisa sotto il sole fine giugno, riteniamo che non molti abbiano avuto il piacere di vedere quanto descriveremo. Vorremmo invece rendere merito a chi lo ha realizzato.
Attraverso Co-stellazione, una sorta di caccia al tesoro a cura di Boris Bakal, con la collaborazione di Katarina Pejovic, Alessandro Rossetto e Sandro Petri, la città è diventata una mappa ipertestuale, ogni tappa della quale apriva delle finestre inedite, fonti di conoscenze utili per proseguire lungo il percorso. In parallelo, si è svolto Ad Ivisibilia: in luoghi chiave cittadini sono state allestite le opere di videoarte realizzate dai partecipanti ad un workshop tenuto da Giacomo Verde presso il cinema teatro Lux. Rosario Gennaro è autore di Processo all’invisibile, animazione di un’incisione seicentesca che rappresenta il processo a Galileo in seguito alla pubblicazione del Sidereus Nuncius (1610), in cui lo scienziato appoggia le teorie copernicane.
Un(R)iversum, di Gabriele Bartolucci, Giacomo Pinna, Stefania de Cristofaro e Massimo Cittadini, divide lo spazio video in più settori, con un montaggio interno che affianca la rappresentazione del mondo tolemaica a quella galileiana, simboleggiata dalla ripresa da webcam di un mappamondo che ruota se spinto dallo spettatore. Misuranima, di Chiara Falcinelli, mostra un ipotetico macchinario in grado di leggere e pesare l’interiorità dei visitatori; l’opera ideata da Serena Benefico è invece Oltre il visibile, collocata nell’aula magna del Palazzo della Sapienza.
Nell’Orto Botanico, ha avuto luogo Campo visioni scientifiche, di Caterina Coppola e Lucia Gonnelli. Infine, il Notiziario zoo-archetipico, fantastico tg seicentesco di Leila Sadeghovaad e Laura Boscaglia, girava sugli schermi disposti in tutte le Porte d’accesso, cioè cinque luoghi della città da cui aveva inizio Co-stellazione.
Indubbia la qualità dei lavori e l’originalità dell’idea, che puntava a coinvolgere gli spettatori in un percorso attivo. Un risultato ancora migliore si sarebbe ottenuto integrando meglio Co-stellazione e Ad Invisibilia. Un visitatore volenteroso che avesse voluto soffermarsi su tutte le tappe avrebbe dovuto avere a disposizione molte ore. Oltretutto, la comunicazione poco chiara degli orari e la durata di Ipse dixit, ridotta a due soli giorni, non hanno semplificato le cose. Del resto, qualche falla organizzativa è nel conto, data l’articolazione mastodontica del complesso degli appuntamenti pomeridiani e serali.
Numerosissimi sono stati gli enti coinvolti (per un elenco completo si rimanda alle note in calce) sotto il marchio Cultura 2000, che elargisce fondi europei per la cultura. La compresenza di un lungo elenco di partner è la conditio sine qua non per l’assegnazione di un finanziamento. Il problema è generale. Chi fa domanda non ha scelta: deve puntare sulla quantità, la diversa nazionalità e la tipologia differenziata delle associazioni/istituzioni coinvolte. A scapito, a volte, della coerenza dell’insieme. L’unione fa la forza, lo riconosciamo. Ma se non nasce da basi reali, la forza rischia di trasformarsi in forzatura.
silvia bottinelli
evento visto il 23 e 24 giugno 2006
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