Si parla di due pannelli su tavola dipinti da Antonello da Messina nel 1472-73, opere magnifiche che andranno ad arricchire il patrimonio degli Uffizi. Ma la loro storia è controversa e ancora sono aperte le polemiche. Bisogna infatti risalire al 1980, quando la Venere e il San Giovanni furono ritrovati: nel corso della ripulitura di due tavole malandate di proprietà privata, sotto un’incredibile ridipintura emersero le due opere dell’artista siciliano. Alle due tavole, secondo l’esperta dell’artista Fiorella Cricchia Santoro, se ne affianca una terza, un San Benedetto, a formare un polittico che Antonello da Messina avrebbe eseguito per la Chiesa di San Giacomo a Caltagirone.
Il San Benedetto, acquistato dalla Regione Lombardia nel ’95, è conservato nelle Civiche Raccolte del Palazzo Sforzesco.
Diversa la storia delle altre due opere che furono acquistate nel ’96 dallo Stato per il riscatto Bardini per sedici miliardi. Riscatto complessivo pari a trenta miliardi per tutti i beni dell’antiquario Bardini, lasciati in eredità alla sua morte nel 1965 a condizione che due opere, una scultura e una di pittura, fossero esposte a suo nome al Bargello e agli Uffizi.
Da allora le polemiche: i 16 miliardi sembrarono decisamente troppi per le due opere malamente ridotte che richiedevano un complicato restauro.
Infatti non solo la ridipintura settecentesca ha omesso molti elementi, ad esempio i piedi dei santi erano stati totalmente rimossi, ma la Madonna era diventata il ritratto di una badessa e i colori ricoperti da olii e vernici.
I due pannelli furono trasferiti all’Istituto centrale di Roma: Il manto della Madonna è stato riportato al suo blu originario, i volti, le parti in oro, il trono sono tornati al loro antico splendore.
A settembre le opere saranno esposte agli Uffizi, ma tra gli esperti d’arte resta ancora il dubbio se quelle due opere valevano i sedici miliardi.
[exibart]
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