ViaPal è il nome dato al percorso che la Galleria Civica di Trento ha intrapreso esternamente ai suoi spazi – ad esempio nelle sale dell’università e della biblioteca – ampliando le possibilità e le occasioni performative offerte delle mostre in calendario. Ogni serata a cadenza periodica si è svolta attorno ad un tema diverso: il corpo, la parola, la notte e infine l’identità. Sono tutte tematiche prese dalla contemporaneità e affrontate da angolazioni particolari, da un territorio estremo di confine – come precisa ogni volta il sottotitolo – da dove è consentito un sguardo onnicomprensivo. Sono arrivati così a Trento numerosi artisti da tutta l’Italia: addirittura una ventina in occasione della serata doppia su Il confine delle notti. In più, il territorio di analisi è stato ampliato ad ambiti diversi dall’arte visiva. Hanno partecipato musicisti, danzatrici e attori che hanno interagito, superando le divisioni tra i diversi linguaggi artistici.
In giugno la galleria ha voluto chiudere in bellezza questa prima stagione di eventi affrontando il tema quanto mai difficile e forte dell’identità. Il mezzo preferito dagli artisti è stato il video, perché capace di far vedere come siamo fatti, di moltiplicare la nostra stessa figura e di dare vita a una personalità nuova e altra da noi.
A questo gioco del mostrare, celare e mutare se stessi ha preso parte l’enigmatica Greta Frau. A Trento era presente la Trancia – così vengono chiamate le sue adepte – fotografata nella serie delle Trance di Campagna. Durante la performance le fotografie del ciclo scorrevano tra il canto dei grilli, mentre l’adepta dettava ai presenti le frasi sul bello della vita in campagna che Greta, predicatrice della Bellezza, le suggeriva attraverso un auricolare senza apparire.
Delfina Marcello ha proposto il video Bon appetit. Con il sottofondo di un valzer, l’artista partorisce una bambola e inizia a tagliarla a pezzi per poi ingoiarla. Il colpo di scena è alla fine, quando l’artista inizia a recidersi il collo alla nuca, mentre la Barbie osserva con sguardo e ghigno crudeli. Questo atto rafforza la fusione indissolubile tra genitrice e bambola, dove quest’ultima è l’incontenibile proiezione verso l’esterno di una delle identità stratificate dentro di noi.
articoli correlati
Caterina Notte-Wormholes
Greta Frau: trance di campagna
Loves accessories
Trento, una notte senza confini
Mariella Rossi
bibliografia
M. Canevacci, Antropologia della comunicazione visiva, Costa&Nolan, Genova 1995
Alle Gallerie d'Italia di Vicenza, in mostra la scultura del Settecento di Francesco Bertos in dialogo con il capolavoro "Caduta…
La capitale coreana si prepara alla quinta edizione della Seoul Biennale of Architecture and Urbanism. In che modo questa manifestazione…
Giulia Cavaliere ricostruisce la storia di Francesca Alinovi attraverso un breve viaggio che parte e finisce nella sua abitazione bolognese,…
Due "scugnizzi" si imbarcano per l'America per sfuggire alla povertà. La recensione del nuovo (e particolarmente riuscito) film di Salvatores,…
Il collezionista Francesco Galvagno ci racconta come nasce e si sviluppa una raccolta d’arte, a margine di un’ampia mostra di…
La Galleria Alberta Pane, 193 Gallery, Spazio Penini e Galleria 10 & zero uno sono quattro delle voci che animano…
Visualizza commenti
Articolo interessantissimo, ben presentate le illustrazioni.
Caterina i due volti sono di un'espressione che ti fa vivere la situazione, complimenti.
La Campagna non ha segreti e non promette rivelazioni future. E' semplicemente Bella e attende le ragazze per allegre escursioni.
Sulla bellezza della Campagna di Greta Frau [fregatura]
Davvero una bella mostra!