Categorie: trento bolzano

Arte italiana euro tedeschi

di - 22 Ottobre 2003

Niente YIA. Indubbiamente gli Young Italian Artists non sono osannati e comprati all’estero. Purtroppo infatti l’arte contemporanea del nostro Paese non gode fuori dai confini di una grande visibilità. La teutonica Fondazione VAF opera per questo con l’intento di promuovere l’arte italiana nel mondo tedesco. La ricca collezione del Novecento italiano (in parte attualmente in mostra presso la permanente del Mart di Rovereto) è infatti visibile sotto forma di prestito presso i maggiori musei germanici. Quest’impegno è però continuo e rivolto anche alla contemporaneità. Con quest’anno ha quindi preso il via la prima edizione del Premio Agenore Fabbri, dedicato allo scultore milanese amico del collezionista Volker A. Feierabend padre della fondazione. Il premio nasce come conclusione del progetto espositivo partito all’Institut Mathildenhöhe di Darmstadt con una selezione di undici artisti italiani, invitati da una commissione costituita da Feierabend, Evelyn Weiss, Manfred Fath, Dieter Ronte, Klaus Wolbert e affiancata dalla consulenza di Marco Meneguzzo. La mostra, proposta in Italia presso la sede di Palazzo delle Albere del Mart dove è stato consegnato anche il premio, è intitolata Tendenze attuali dell’arte italiana e si presenta come una piccola ed eterogenea panoramica della variegata scena italica.
In mostra troviamo l’installazione della vincitrice Chiara Dynys (20.000 euro il primo premio, hai capito questi tedeschi…) che indaga in modo diretto la tematica complessa della percezione e della mutabilità del reale. Su due pareti opposte è montata una coppia di specchi, la cui superficie è divisa in sezioni geometriche che sul primo disegnano la parola “TUTTO” e sull’altro il sostantivo “NIENTE”. La figura dell’osservatore è così doppiamente riflessa, ma smembrata in modo sempre diverso. Nella torretta del palazzo troviamo sintetizzato il percorso creativo di Nicola Verlato. Si va dai bozzetti su carta ai modelli plastici, dalle simulazioni digitali alle simulazioni video per cogliere la complessità di un iter che si muove tra la meticolosità di una pittura secolare e la tecnologia. Risultato è la grande tela Hooligans. Alcuni ragazzi si stanno ammassando su una cancellata rossa; sono in jeans e scarpe da ginnastica, con sciarpe sul volto e spranghe in mano, e i loro corpi sono contratti dall’impeto della violenza. Non solo abilità tecnica quindi, ma anche capacità di riflettere in modo critico sulla società contemporanea del consumo, del calcio e della tv. Gioacchino Pontrelli presenta i suoi più recenti interni, costruiti da sottili linee bianche che delineano i profili di mobili di design su una densa lacca nera. La scena è però ora dominata da ampie finestrate –molto orientali- dove si scorge uno sfondo di un rosso rubino acceso: su di esso Pontrelli ha tracciato un reticolato asimmetrico che identifica una natura indomita, ma ricorda anche fitti circuiti tecnologici. Andrea Fogli ha installato invece la sua Sezione aurea dove si serve della scultura per affrontare il concetto di identità personale. Nei sei autoritratti in gesso il volto dell’artista è sempre riconoscibile, ma in ogni copia variano alcuni particolari del suo profilo, riprendendo le modalità di ricostruzione del viso proprie di alcuni software usati in criminologia.
Gli altri artisti in mostra sono Domenico Bianchi, Corrado Bonomi, Dario Ghibaudo, Claudio Massini, Nunzio di Stefano e Dany Vescovi. Esposta solo a Darmstadt invece Grazia Toderi.

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mariella rossi
mostra visitata il 3 ottobre 2003


Premio Agenore Fabbri-Tendenze attuali dell’arte italiana
fino al 16 novembre 2003
Mart-Palazzo delle Albere
Via R. da Sanseverino 45 38100 Trento
Orario: 10-18, lunedì chiuso
Infoline 800 – 397760
www.mart.trento.it


[exibart]

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  • al di là di ogni considerazione su questo premio, per altro poco pubblicizzato da noi, è significativo che 20.000 euri di premio da noi non li dia neppure il Furla, per non parlare di altri (es. con quelli della BLM a stento di paghi il lavoro che presenti). Ora, non è questione di soldi il prestigio di un premio, ma certo è il segnale di un impegno non secondario degli organizzatori. Che ciò avvenga in Germania per l'arte giovane italiana è una cosa che dovrebbe far riflettere enti, istituzioni, fondazioni bancarie, imprenditori ecc. su 2 cose: primo che forse sarebbe il caso di crederci di più, su questa arte italiana, secondo che ci sono reali opportunità di relazione e scambio con partner stranieri, al di là di tante parole e propositi che servono solo per fare sterile propaganda politica.

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