Il Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto intende celebrare il centenario della morte del grande pittore trentino Giovanni Segantini con l’esposizione di circa un centinaio d’opere su carta, provenienti in gran parte da raccolte private italiane e svizzere, nonché da prestigiose collezioni pubbliche nazionali ed internazionali, fra cui il Kunstmuseum di Berna, la Kunsthalle di Brema, il Szépmùveszeti Muzeum di Budapest, il Bundner Kunstmuseum di Coira, il Kupferstichkabinett der Staatlichen Kunstsammlungen di Dresda, The Hugh P. Lane Municipal Gallery of Modern Art di Dublino, I’ Ohara Museum of Art di Kurashiki, il Rijksmuseum Kroller Muller di Otterlo, I’ Ashmolean Museum di Oxford, il Musée d’Orsay, la Naròdni Galerie di Praga, il Musée des Beaux Arts et de la Céramique di Rouen, il Museo Segantini di Saint Moritz, la Fondazione Otto Fischbacher di San Gallo, la Fondazione Ratjen di Vaduz, il Museo di Castelvecchio di Verona, la Graphische Sammlung Albertina di Vienna.
L’ esposizione si propone di illustrare tutte le tecniche adoperate dall’ artista, pastelli, acquerelli, tempere, queste ultime assai rare nella sua attività e l’ uso di matite a due colori, il suo mezzo d’ espressione prediletto, insieme ai lavori eseguiti “en plein air”, disegni ma anche olii di grandi dimensioni, nonché la serie delle immagini che ispirarono i suoi lavori simbolisti, come Vanità (presente nella duplice versione dell’ olio e del disegno), Edelweiss, L’agonia di Comala, culminanti nella preparazione del trittico “La vita, la natura, la morte”, l’ ultima sua opera.
Le differenti versioni dello stesso tema (Idillio, Ritorno dal bosco, Ritorno all’ovile, L’ ultima fatica del giorno, Vanità, ad esempio) rivelano un Segantini innovativo e tradizionale, allo stesso tempo.
La mostra intende mettere in luce l’ampia gamma di relazioni fra produzione grafica e pittorica e soprattutto il valore autonomo di certi disegni Segantinani, spesso “aprés” dai dipinti più importanti, altre volte “disegni finiti” come si usava dire, destinati al mercato, come alternativa ai grandi dipinti.
Segantini infatti sceglieva formati molto grandi per i suoi olii destinati alla ufficialità delle esposizioni internazionali di Amsterdam, Parigi, Monaco, Vienna, agli acquisti dei principali musei europei, mentre riservava il formato più piccolo ai disegni, che definiva con la stessa meticolosa attenzione che dedicava ai dipinti di grande formato.
E in questa autonomia del disegno, non più subordinato alla pittura va riconosciuto un altro elemento di modernità di Segantini.
In mostra anche un prezioso taccuino di schizzi, di riprese dirette dal vero, di appunti visivi, un documento raro in quanto Segantini non amava conservare i suoi appunti, nel momento in cui si apprestava a dipingere ad olio. Fra i prestiti più prestigiosi, mai visti in Italia, sono attesi il celeberrimo olio, Mezzogiorno sulle Alpi, conservato nel Museo di Ohara, a Kurashiki in Giappone, il disegno a carboncino della National Gallery of Victoria di Melbourne, Australia, Vacca all’abbeveratoio, il grande dipinto La Vanità del Kunsthaus di Zurigo.
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