Di Nebojša Despotović (Belgrado, 1982), formatosi all’Accademia di Venezia, ricordiamo soprattutto le opere ad olio con figure di bambini, isolate e silenziose, bloccate da pennellate morbide e pastose. A fine 2010 la mostra Velvet Glove, a cura di Daniele Capra, presenta ufficialmente l’artista, poco prima della sua residenza presso la Fondazione Bevilacqua la Masa. L’esposizione aveva messo in luce la centralità dell’individuo nella pittura di Despotović, individuo prelevato dalla sua memoria personale o da un repertorio anonimo di fotografie. Soprattutto nelle opere su carta si coglieva già una tensione verso la sperimentazione, che acquisito preponderanza fino a divenire centrale in Silent Fracture.
Le forme occupano prepotentemente la scena nelle opere realizzate nell’anno appena trascorso ed esposte in un progetto, a cura di Maja Ćirić, che sorprende gli spettatori per il forte carattere.
La mostra presenta la presa di posizione dell’artista nel suo percorso, espressa tramite la sovrapposizione di molteplici fratture. La prima, più evidente, è rintracciabile nella nuova centralità degli ambienti all’interno delle opere, la seconda si riferisce alle ipotetiche aspettative del pubblico, in merito ad un trascorso dell’artista e che riguarda l’utilizzo della tecnica ad olio. La terza rottura si coglie negli scarti rispetto alla già citata personale nella stessa galleria.
Figure umane sono comunque presenti in mostra, ma più numerosi e di grande formato sono gli interni domestici. La lettura del soggetto deve tuttavia passare prima per un’attenta analisi formale della composizione, al centro del progetto Silent Fracture. Le forme derivano dalla copresenza di stesure uniformi e imprevedibili, strappi effettuati su strati diversi. I soggetti quindi si definiscono a seconda della distanza dello spettatore dall’opera, che isola o unisce delle linee ricomponendo e ridefinendo lo stesso contenuto. Lo spazio dell’artista, definito dalla curatrice “anacronico e distopico” si riflette nell’impossibilità di programmazione dell’opera, che sembra non avere inizio o fine e diviene leggibile solo una volta terminata. Il riferimento nel titolo al silenzio riflette la condizione di Despotović, che è “sordo” rispetto al dichiarato ed esibito urlo sociale di tanta arte contemporanea. Solo negli strappi e tramite la frammentazione di forme, il pittore prende una posizione con i mezzi che dunque gli competono, in una politica indubbiamente più sottile.
Negli smalti e acrilici su carta si mostra una nuova alternanza tra affermazione e sottrazione dell’immagine, un processo che rivela l’impossibilità di comprensione di quanto ci circonda.
chiara ianeselli
mostra visitata l’8 febbraio 2014
dall’8 febbraio al 10 maggio 2014
Nebojša Despotović, Silent Fracture
Arte Boccanera
via Milano 128, 38122, Trento
Orario: da lunedì a sabato ore 10-19
Info: T: +39.0461.984206 / +39.340.5747013; info@arteboccanera.com; www.arteboccanera.com