Stiamo
parlando di una tela di grandi dimensioni, due metri d’altezza e tre metri e
mezzo di larghezza, che occupa l’intera parete di una sala. La domanda che si
pone lo spettatore alla vista di quest’opera è quindi: perché un solo quadro
esposto in una sala? Perché l’artista Frangi e non un altro?
Innanzitutto
l’opera fa parte della collezione delle Raccolte d’Arte del museo e uno degli
obiettivi è quello di valorizzare le proprie opere continuando a esporle in
modi sempre diversi, magari accanto ad altre, per farle dialogare, e aprire
così nuove prospettive culturali. Poi questo lavoro, proprio perché si parla di
una ricerca pittorica complessa, è un esempio di una forma espressiva
persistente tra le altre nel panorama dell’arte contemporanea.
Dopo
questo primo impatto, gli stimoli offerti da questa modalità espositiva al
visitatore, esperto d’arte e non, sono molti. Si tratta prima di tutto della
visione di un’opera isolata dalle altre e, in secondo luogo, di una fruizione
accompagnata da tutto un corredo di strumenti visivi, apparentemente materiali
preparatori e paralleli all’esecuzione dell’opera stessa. Tutto ciò che si vede
attorno all’opera, sulle pareti laterali, come fotografie del luogo, schizzi,
disegni, acquerelli e studi in genere, altro non è invece che una ricostruzione
a posteriori dell’opera.
Il
tema della rappresentazione, insita nei lavori di Frangi, è frutto infatti di
una costruzione pittorica, ma al fianco è stata collocata una rappresentazione
decostruita. Con questo processo, inverso alla genesi di un’opera, Frangi
compie un’operazione attualissima e per certi versi inedita, in cui prima il
quadro viene dipinto e poi se ne realizzano gli studi “preparatori”.
Osservando
attentamente il soggetto rappresentato nell’opera, ha comunque già nel suo
mostrarsi un’attualità visiva. È un grande frammento, un dettaglio dei giardini
pubblici di Milano, nelle vicinanze di Porta Venezia, vicino ai bastioni.
Questa narrazione di una natura urbana, colta in una luce serale d’autunno,
dove la luce proveniente da sinistra getta a terra ombre più larghe dei tronchi
degli alberi, dà l’idea di una profondità anomala. Nessuno immaginerebbe
Milano. I colori nero, marrone scuro, bianco e rosa segnano il passaggio nel parco:
è il sentiero largo, dove si può passeggiare.
Una
grande dimensione come questa, dove l’olio della tela dimostra le possibilità e
qualità espressive della pittura, fa percorrere quella via che la pittura può
ancora praticare nell’espressione dell’arte. Si tratta di innalzare la
figurazione, dall’attuale produzione artistica, per riconoscerne le mille
potenzialità.
I
paesaggi di Frangi a Verona a Palazzo Forti
Personale
da Poggiali e Forconi
mostra visitata il 4 giugno 2010
dal 4 giugno al 10 ottobre 2010
La
scelta del museo – Giovanni Frangi
a
cura di Giovanni Agosti
MART
– Museo di Arte moderna e contemporanea di Rovereto e Trento
Corso Bettini, 43 – 38068 Rovereto
Orario: da martedì a domenica ore 10-18; venerdì ore 10-21
Ingresso: intero € 10; ridotto € 7
Catalogo Electa
Info: tel. 800397760 / +39 0464438887; fax +39 0464430827; info@mart.trento.it;
www.mart.trento.it
[exibart]
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pessimo
bellissimo
ennesima mostra pagata dall'artista...che tristezza!!
Soliti quadri noiosi..davvero pessimo!! Il Mart ha preso una bella scivolata? Prossimi artisti????
Ma basta con queste schifezze!
Si trovano in asta a 1000 euro!!! ne volete qualcuno??? oppure andate direttamente da lui..vi stupira'!!!
no, l'artista non l'ha pagata...perchè? Perchè lavora con la galleria del compagno della direttrice del Mart..vero signora Belli?
etica professionale ciao.
pessimo lui e pessima lei. ancora a fare ste mostre in questi posti. sottocultura avanti.