Quando
David Salle (Norman, 1952; vive a New York) arriva nella Grande Mela ha ventidue anni. Con gli studi fatti al California Institute of the Arts di Los Angeles e non avendo ancora bene le idee chiare su cosa avrebbe fatto, comincia a lavorare per una rivista pornografica. Ed è da qui che ha inizio la scalata al mondo dell’arte e il ritorno alla pittura.
Soho è il territorio di Sperone Westwater, Mary Boone, Ileana Sonnabend e Leo Castelli. Salle inizia con lavori che nascono da “
fotografie di moda, che attacca su un cartone, sul cui sfondo compare, come in un biglietto da visita, il nome del fotografo”. Nel 1979 espone da Annina Nagosei e Larry Gagosian, che avevano una galleria in comune. Sono gli anni in cui su sfondi “monocromatici” vengono dipinte figure di donne e altri soggetti ben identificabili.
Ma, quando Salle passa da questa situazione espositiva a Mary Boone e Leo Castelli, le cose cambiano. A livello formale, i suoi lavori diventano più consapevoli di una linea neoespressionista che ha un’energia pittorica molto accentuata, e a livello economico le sue quotazioni salgono vertiginosamente.
I lavori esposti a Trento, cinque oli e quattordici disegni, permettono di fare il punto sulla sua produzione, che rimane sempre di livello, soprattutto per alcuni dipinti. Cinema, teatro, musica e pubblicità rimangono i serbatoi a cui attingere l’ispirazione e per proporre quell’azione postmodernista che lo caratterizza. Una pittura che ha fra i suoi riferimenti la Metafisica di
Giorgio de Chirico, ma anche il Surrealismo e il Futurismo, come sostiene Alan Jones nell’introduzione al catalogo.
Nell’olio
Kansas, forse il più importante tra quelli esposti, il richiamo ai temi dechirichiani è evidente. Sullo sfondo, a destra, un’architettura novecentesca fa da cifra metafisica; gli stessi colori si richiamano a quelle atmosfere cromatiche. Ma anche il filone di pane sospeso, al centro del quadro, echeggia quella pittura, come la catena di quadrati rosso-arancio che ricordano
Alberto Savinio. Gli oggetti volanti che circondano una scenografia sono invece tipici di Salle.
Negli altri dipinti sono molto più presenti gli spunti tratti da film degli anni ‘50 ed espliciti sono anche i richiami al fumetto noir. I disegni – una carrellata di lavori su carta – hanno in primo piano i ricorrenti soggetti di Salle: abiti e volti femminili, uccelli ed edifici su sfondi di manifesti pubblicitari, simili a quelli di
Mimmo Rotella.
Nel complesso, opere che, pur mute nella loro espressione, hanno un’energia musicale, come se le loro narrazioni avessero una colonna sonora che arriva allo spettatore attraverso l’udito.