Si conclude in questi giorni al MUSE di Trento la mostra “Arborea. I monumenti vegetali di Federica Galli e Beth Moon”, su progetto della Fondazione Federica Galli di Milano, che con le incisioni ad acquaforte di Federica Galli (1932-2009) e le fotografie di Beth Moon (Neenah, 1956) pone in essere un poetico dialogo tra arte e scienza, attraverso un nutrito numero di raffinatissime opere di cui sono protagonisti alberi maestosi e secolari.
L’allestimento della mostra, curato dall’architetto Michele Piva, permette al visitatore di immergersi in un percorso popolato dalle immagini di piante magnifiche lette attraverso lo sguardo di due artiste mai poste in un confronto tanto ravvicinato.
Le opere di Federica Galli, figura di assoluto rilievo dell’arte incisoria italiana, appartengono alla raccolta che tra il 1954 e il 2008 dedicò agli alberi monumentali più significativi d’Italia, in cui ha ritratto oltre sessanta piante scelte per interesse storico, naturalistico o estetico, con le quali, nelle incisioni, sembra aver stabilito un rapporto molto personale e quasi intimo. I lavori dell’americana Beth Moon, invece, sono frutto di una ricerca che si è protratta per oltre quattordici anni durante i quali l’artista ha percorso l’intero pianeta per fotografare gli alberi più antichi, immortalandone la maestosità e l’imponenza sotto cieli tempestati di stelle.
Se le opere della Galli affascinano e stupiscono per la precisione e la meticolosità delle immagini, che nell’essere descrittive mai scivolano nel manierismo, rimanendo sempre fresche e vivide, le immagini della Moon catturano l’occhio, oltre che per la perizia fotografica, anche grazie alla particolare luminosità e alle tonalità dei colori esaltate dalla preziosa tecnica della stampa al platino palladio.
Come racconta Lorenza Salamon, direttrice della Fondazione Federica Galli, “l’idea di accostare queste due artiste è nata dall’aver intuito, quando Giorgio Scarfì – un amico fotografo – mi segnalò le fotografie di Beth Moon, quanto fosse simile lo sguardo delle due artiste sulla natura e in particolare sugli alberi. Due donne che non sapevano l’una dell’esistenza dell’altra, di generazioni, biografie e culture diverse, ma con una sensibilità molto affine. Approfondendo, poi, ho individuato altri punti in comune, come, l’uso del bianco e nero, dell’opera seriale come mezzo espressivo prioritario, della conoscenza e dell’amore per i soggetti ripresi.”
Una mostra d’arte ospitata in uno dei maggiori musei di scienze naturali d’Italia non solo invita a riconsiderare l’espressione artistica quale necessità atavica dell’essere umano, ma riporta anche alla riflessione sulla relazione tra uomo e natura osservandolo da punti di vista differenti, che nel caso specifico di Arborea oscillano tra questioni di pura suggestione poetica e di sperimentazione di tecniche artistiche, ad aspetti inerenti la documentazione di elementi naturali fino al ruolo dell’arte e dell’immagine nella diffusione del pensiero scientifico: “Esporre l’incisione – spiega la direttrice della Fondazione Galli – significa dare spazio ad uno mezzo fondamentale per la divulgazione scientifica a partire dal primo Rinascimento, a cui è poi subentrata la fotografia. Entrambe hanno rivoluzionato il modo di diffondere il pensiero scientifico e di fare cultura, quindi un museo dedicato alla storia dell’uomo è la più naturale e diretta delle possibili sedi espositive per queste opere.”
Arborea va letta anche come esempio di cooperazione virtuosa tra due istituzioni dall’identità e dalla storia differenti, ma unite nello sforzo sinergico di offrire al pubblico mostre di alta qualità: “Il rapporto tra le due istituzioni affonda le sue radici – ricorda Lorenza Salamon – in una collaborazione precedente, quando nel 2106 il MUSE ha esposto dipinti di Marzio Tamer. La mostra ha avuto un notevole successo e ha confermato quale valore aggiunto possa rappresentare, per un museo scientifico, l’esposizione di artisti di livello internazionale che si dedichino alla wildlife, alla rappresentazione del paesaggio o abbiano comunque la natura come principale fonte ispiratrice.”
Silvia Conta
mostra visitata il 5 febbraio
Dal 16 dicembre 2016 al 12 febbraio 2017
Federica Galli, Beth Moon, Arborea
MUSE – Museo delle Scienze di Trento
Corso del Lavoro e della Scienza 3, 38122 Trento
Orari: da martedì a venerdì dalle 10.00 alle 18.00, sabato, domenica e festivi dalle 10.00 alle 19.00.
Info: Tel. +39.0461.270311, museinfo@muse.it, www.muse.it