Categorie: trento bolzano

fino al 15.X.2003 | Beatrice Pasquali | Bolzano, Les Chances de l’Art

di - 26 Settembre 2003

Il piede nudo di Ada scivolò e i due fanciulli ansimanti si ingarbugliarono ignominiosamente tra i rami, in una doccia di drupe e di foglie, avvinghiandosi a vicenda, e un attimo dopo, mentre ritrovavano una parvenza di equilibrio, la faccia inespressiva e la testa con i capelli tagliati a spazzola di lui vennero a trovarsi tra le gambe di lei e un ultimo frutto cadde con un tonfo…il puntino caduto di un punto esclamativo capovolto. Ella aveva l’orologio da polso e indossava un vestitino di cotone.”
A quella gioia che proviene dalla lettura di Vladimir Nabokov (e di Proust, il suo vero predecessore), in particolare proprio di Ada o dell’Ardore. A quella si è rifatta Beatrice Pasquali per dare vita alla fantastica simbologia che emerge in tutta la sua convinzione -dolce di certo- nella mostra tender . Nelle descrizioni minuziose di momenti privilegiati nella vita di Van ormai novantenne, nella sua percezione quasi ultra-terrena della figura di Ada, nei ricordi congiunti di Ada e Vren, Pasquali ritrova il suo entusiasmo, quel suo proiettarsi senza remore, il suo mondo distinto. Perché ogni suo oggetto non è un’opera a sé stante, completa e conclusa, ma fa parte di un percorso intriso di sapore narrativo.
In mostra sono presenti tavole dipinte ad olio dove la ricca densità nell’impasto dei colori ed un attento studio anatomico si rifanno all’amata arte fiamminga, con rimandi sottili e con un certo manierismo di cui mai vorremmo separarci. Pure i titoli che accompagnano le tavole sono affascinanti: come quel della piuma, delle porpore, della voliera.
Inoltre le gabbie. E bisogna ancora leggere Nabokov per comprenderne il valore: “Il ritratto di Marina, un dipinto abbastanza buono di Trescam, appeso sopra di lei alla parete, la mostrava con l’ampio cappello ottocentesco del quale ella si era servita per le prove di una Scena di Caccia dieci anni prima…; e Van, ricordando la gabbia nel giardino pubblico e sua madre in qualche luogo in una gabbia tutta sua, provò una sensazione bizzarra di mistero, quasi che i commentatori del suo destino si fossero consultati segretamente tutti insieme ”. Pasquali mette Ada nella gabbia. In una struttura di metallo scuro che contiene le sculture di un corpo femminile e quindi di un uccello.
E quante volte Ada e Van con Mademoiselle Larivière, sempre presente sempre assente, parlano di dizionari, di parole nuove, dell’ansia dell’apprendimento intesa quale scalata a mondi ignoti e pieni di significanti e significati. Pasquali quindi propone in terracotta invetriata, maiolica e seta, alcune manine dal dito medio fasciato a cui è appeso un uccello, nel Dizionario dei diminutivi segreti.

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anny ballardini
mostra visitata il 12 settembre 2003


Beatrice Pasquali-Tender
Antonella Cattani – Galleria Les Chances de l’Art
Bolzano – Via Visitazione 16
Tel.: 0471-272408
orario: dal lun. al ven. 10 – 12.30 / 15.30 – 19.30; sab.: 10 – 12.30
ingresso libero
catalogo con testo di Angela Madesani in galleria
www.leschancesdelart.com


[exibart]

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