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Fino al 17.IX.2017 | Legno | Lën | Holz. Un itinerario nella scultura contemporanea | Galleria Civica, Trento

di - 10 Settembre 2017
Con la mostra “LEGNO | LËN | HOLZ” (a cura di Gabriele Lorenzoni) la Galleria Civica di Trento, espone le sculture di quindici artisti provenienti dall’area ladina.
Quella della scultura su legno è una questione che si apre ora al panorama contemporaneo; l’abbiamo spesso incontrata nella storia dell’arte (possiamo indietreggiare tranquillamente) ma si è vista poco nei musei e nelle gallerie, forse perché troppo vicina all’artigianato di montagna, talmente assorbita dalle analogie e dalle forme stilistiche della produzione tecnica artigianale da non essere nemmeno vista. È come se la mostra al Mart ci rivelasse qualcosa che è appena stato scovato da uno sguardo diverso, aprendo uno spazio a contenuti fin ora invisibili, invitandoci apertamente a praticare una nuova accoglienza della materia.
È una mostra local e anche no. Questa esposizione ha senz’altro a che fare con il territorio ma ne allarga ampiamente i confini facendo risuonare le opere dentro il flusso di un nuovo canale. Siamo a contatto con qualcosa di concreto che ci porta attraverso l’aspetto più sconosciuto della tradizione: tutti gli artisti in mostra, in un modo o nell’altro, sono profondamente legati alle tecniche tipiche della produzione locale (per via della loro formazione nelle scuole e nelle botteghe della Val Gardena), ma nelle opere c’è qualcosa che va oltre. È quindi necessario un frazionamento: tradizione e artigianato – seppure siano congiunti – non sono la stessa cosa.
La tradizione include passato, memoria, folclore, usanze e abitudini e non è sempre uguale. Appare radicata per definizione, ma è provando a stare dentro l’aspetto più classico di questo termine che possiamo arrivare a non definirla più tale; essa si tramanda ed è tramandata, cioè inoltrata al di fuori di un luogo statico. Se l’artigianato consiste in un’eccellente riproduzione tecnica, la tradizione invece non si riproduce ma si rifa’ sul tempo che attraversa. Così scopriamo che prima di tutto è attiva (e non esanime come credevamo), pronta ad adempire il suo compito primigenio che la predispone nei termini di una successione. Un transito che, strada facendo, raccoglie i pezzi che trova, fino a quando il segno di quel passaggio sarà di nuovo storia. La differenza fra arte e artigianato non sta quindi nella presenza di una riproducibilità tecnica ma dentro l’entità delle proiezioni che la tradizione porta con sé. Sta nei quesiti che raccoglie e nelle aperture che crea. In Val Gardena, dentro un sentiero concettuale che collega lo studio di Bruno Walpoth a quello di Walter Moroder, siamo andati a fondo nella questione.
Legno, Lën, Holz, Veduta dell’allestimento, Foto Mart Carlo Baroni
“Io sono fatto dal 95% di artigianato, rimane un 5% che non so cos’è” ci dice Walpoth. “L’arte è come l’amore, è un punto di domanda, non sai”, conclude. Ma stando in silenzio accanto alle sue opere si inizia ad avere la percezione di questo “5 per cento”. È un richiamo alla presenza, lo stallo che mostra l’opportunità di accesso dentro ciò che non si conosce.
Per Walpoth il discorso della figura è essenziale; l’anatomia, la bellezza, il senso dell’estetica sono fondamentali e il modello è il suo strumento. Ma ogni anatomia è diversa, non c’è riproducibilità. “Quando il modello va via rimane la scultura”, ci dice. Poi l’artista confida: “non faccio mai ritratti, aspetto sempre quel momento in cui la  persona che raffiguro si stanca o si distrae ed è mentalmente assente perché quello è il momento più interessante; dallo sguardo distratto si può accedere ad un mondo segreto”. Nelle figure di Walpoth il volto è parte essenziale dell’opera, è lo specchio dello spettatore. Così anche per le opere di Walter Moroder dove il volto, e ancora di più gli occhi, sono il ponte verso l’interno.
“Quale connessione c’è con le iconografie tipiche della tradizione?” ci siamo chiesti. Moroder specifica: “c’è stato un periodo in cui resistevo in tutti i modi alla tradizione evitando la rappresentazione della figura ma quando ho smesso di usare l’energia per resistergli mi ci sono trovato dentro ed è stata la cosa più naturale del mondo”. La figura, in effetti, segna la presenza più di qualsiasi altra cosa, come si potrebbe trovare una connessione emotiva se non per mezzo di essa? Per entrambi gli artisti a prescindere dalla questione legata all’anatomia (se per Walpoth è essenziale per Moroder invece non lo è affatto), essa si fa possibilità di un viaggio interiore .
Il legno delle sculture di entrambi è fermo, stabile, pronto per essere attraversato dall’emozione. “Il movimento sarebbe un problema” dice Moroder, “sarebbe come dare un input e lo spettatore ne verrebbe influenzato”. “Il mio desiderio è invece che ognuno veda nelle opere qualcosa di diverso; se sai già dove andare inizi a pensare e quando inizi a pensare giudichi e non senti più niente” conclude.
Ed ecco allora come la figura si trasforma nel mezzo che permette un accesso introspettivo. Non c’è riproduzione nelle opere dei due artisti, c’è energia. Nessuno dei lavori suggerisce un indirizzo da seguire ma le figure di entrambi, in modalità analoghe e al contempo differenti, creano uno spazio intimo, al di là del quale qualcosa può sempre accadere.
La tradizione tecnica è quindi radicata nel profondo di ogni opera ma non ricalca nulla, è contemporanea; entra a pieno in quello che siamo e ci attraversa portando con sé qualcosa che ci riguarda, diventando lo specchio della nostra identità. Tutto arriva al momento giusto, guardando queste opere troviamo scolpito nel legno il passaggio verso uno spazio emotivo riflettente. Così, nel luogo dell’intersezione con il nostro tempo, grazie a queste opere, scopriamo che l’incognita siamo noi.
Cinzia Pistoia
mostra visitata il 14 giugno

Dal  2 giugno al 17 settembre 2017
LEGNO | LËN | HOLZ. UN ITINERARIO NELLA SCULTURA CONTEMPORANEA
Civica Trento, Via Belenzani 44, 38122 Trento
Orari: da Martedì a Domenica 10.00-13.00/ 14.00-18.00  Lunedì chiuso
Info: Tel. +39 0461 985511, 800 397 760, civica@mart.tn.it, www.mart.trento.it/galleriacivica

Attratta dalla cultura visuale a 360 gradi, ha conseguito la laurea in arti visive presso l’Accademia di belle arti di Brera e, dopo, la specializzazione in Visual Cultures e pratiche curatoriali. Ha seguito numerosi progetti nell’ambito di ricerche interculturali e interdisciplinari e si interessa di tutto ciò che è underground. Attualmente collabora come autore per Rai Ladinia e scrive per magazine online e cartacei.

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