Categorie: trento bolzano

fino al 18.IV.2004 | Montagna arte scienza mito | Rovereto, Mart

di - 5 Gennaio 2004

Basta scendere dal treno alla stazione di Rovereto e guardarsi intorno per capire le ragioni della mostra Montagna arte scienza mito. Il Mart rende omaggio al suo territorio, fatto di picchi innevati e rocce scoperte. Una corona di monti incombe sulla cittadina e si riverbera nella sale del museo. Grazie alla struttura flessibile dell’architettura di Mario Botta, si susseguono ambienti che si adattano perfettamente al percorso ideale proposto dai curatori: una serie di lenti di ingrandimento sui periodi storici in cui la montagna ha acquistato centralità nel pensiero e nella rappresentazione, facendosi specchio di concezioni più ampie.
Contando sull’innovativo confronto tra scienza ed arte, la scelta espositiva del Mart permette un’immersione totale nella cultura di alcuni momenti chiave della storia. Una visione a tutto tondo del modo in cui veniva percepito l’ambiente montano. L’allestimento aiuta ad orientarsi nel percorso, attraverso l’uso di tinte distinte per le pareti delle sale dedicate alla scienza, colorate di grigio azzurro, e all’arte, dipinte di un bianco neutro. Introduce alla visita, icona sintetica, il grande Vesuvius di Andy Warhol (1985). Comincia poi il percorso tematico: l’Intuizione, che vede la montagna come simbolo e come grande corpo della madre terra. La Ricerca, che parte dal XVII secolo e comincia a rapportarsi all’ambiente con atteggiamento scientifico.La Scoperta, dedicata alla curiosità che porta a vedere la montagna come fenomeno da studiare o come spunto per voli visionari. La Smaterializzazione, in cui l’ambiente naturale si scioglie nelle pennellate separate dei divisionisti o nelle immaginifiche tele degli espressionisti. Infine la Negazione, che conduce sino ad oggi.

Si dispiegano davanti agli occhi dei visitatori innumerevoli opere d’arte, documenti antichi e strumenti scientifici. La folla di oggetti crea un tessuto corale; cerca di definire le diverse implicazioni culturali associate nei secoli alle montagne. Un criterio iconologico che potrebbe privilegiare la restituzione di un contesto storico rispetto alla presentazione del capolavoro. Invece, accanto alle firme di autori non troppo conosciuti ai più, emergono le vette di molte opere di fama indiscussa: Trento vista da nord di Albrecht Dürer, il seicentesco testo del Siderius Nuncius di Galileo Galilei, il Paesaggio con macchie rosse di Wassily Kandinsky sono solo degli esempi.
La presenza di opere provenienti da più di duecento collezioni italiane e straniere, l’ampio spettro cronologico affrontato in Montagna arte scienza mito e la redazione di un catalogo ricchissimo di argomenti e collaboratori hanno richiesto un incredibile sforzo organizzativo. Una dimostrazione che il Mart non è un fuoco di paglia. Ma una delle realtà più significative in ambito nazionale ed oltre. E non solo per il contemporaneo.

silvia bottinelli
mostra visitata all’inaugurazione il 18 dicembre 2003

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Montagna arte scienza mito
a cura di Gabriella Belli, Paola Giacomoni (scienza) e Anna Ottani Cavina (arte)
coordinamento organizzativo di Margherita de Pilati, con la collaborazione di Marzia Salini ed Elisabetta Barisoni
Mart, Museo d’arte moderna e contemporanea di Rovereto e Trento
corso Bettini, 43, Rovereto
dal 19 dicembre 2003 al 18 aprile 2004
dal martedì alla domenica
martedì, mercoledì, giovedì 10-18
venerdì, sabato, domenica 10-21
aperture straordinarie 29 e 31 dicembre, 5 e 6 gennaio
25 dicembre 14-18, 26 dicembre 10-21, 1 gennaio 14-20
biglietto intero, euro 8, ridotto euro 5
Infoline 800-397760 www.mart.trento.it
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