Un’altra mostra che estende la visione a un mondo
sofferente di ingiustizie all’ar/ge Kunst di Bolzano. Accolto da un gruppo di
guerriglieri che vive sul delta del Niger, Mark Boulos (Boston, 1975; vive ad Amsterdam) mette in scena un
crollo ben lontano da quello di Chinua Achebe. Stavolta è il feticcio dell’uomo bianco a non
reggere, messo a dura prova dal rimosso.
Nei video in mostra, attraverso la bellezza delle
immagini si vede saltare qualsiasi ordine razionale. Il dialogo che si instaura
fra le due parti che compongono All that is solid melts into air – titolo ripreso dal Manifesto di Karl Marx – offre una visione sincronizzata di due
facce del mondo. Da un lato i membri del Movement for the Emancipation of the
Niger Delta, diventati guerriglieri da pescatori per riappropriarsi del proprio
fiume e del suo petrolio, dall’altro la Borsa di Chicago e il rischioso mercato
dei futures.
Nel primo caso l’artista “affronta” la rabbia di
questi antichi abitanti del fiume, che da generazioni vivono accampati sulle
sue sponde. Qualcosa è brutalmente mutato e lo si legge su cartelli con
l’avvertimento “No recreational swimming”, assieme ad altri con cui le compagnie occidentali tentano di
mascherare la distruzione ambientale in atto, come quello che dichiara
ingannevole “We care, protect environment”. Gli autoctoni si
muovono per questo come sabotatori, portando avanti una guerra contro l’uomo
bianco. Lo stesso artista è in pericolo. Uno dei guerriglieri minaccia di
colpirlo. Perché non riesce a nutrire i propri figli.
Dopo secoli di colonizzazione, però, qualcosa del
mondo occidentale si è mescolato al loro: il cristianesimo vive accanto
all’animismo. Il dio della guerra sostiene la loro lotta, in un connubio di
droghe e religione; una spinta irrazionale che si fa funzionale alla ragione
della loro resistenza armata e che culmina in una danza della guerra sotto la
protezione del dio Egbisu.
In contemporanea, dall’altro lato la Borsa di Chicago
vede crollare i propri titoli. Al petrolio come dato reale, per cui si rischia
la vita, è contrapposto il petrolio come idea astratta, su cui gioca l’economia
mondiale. In questo caso il processo si inverte: la spinta razionale che
sorregge il capitalismo si tramuta nella follia di compiere transazioni su
qualcosa che né si vede e né si tocca. L’idea e la materialità entrano in
cortocircuito. Non solo in campo economico, ma anche religioso.
In The word was God si è sospesi tra queste due dimensioni: una
condizione di passaggio espressa dal vecchio eremita che attende la morte.
L’aramaico, la lingua di Gesù, è un ponte con l’aldilà. Nella seconda parte del
video vi è invece una sovrapposizione tra infinito e finito. In una chiesa
pentecostale la preghiera si tramuta in estasi. Il divino penetra nella carne.
L’ultimo video, The origin of the world, è un loop di un minuto in cui l’artista riprende se
stesso con un gioco di specchi, puntando l’obiettivo sulla pupilla che riflette
la sua intera immagine. Sotto ipnosi pronuncia la frase che Giocasta ripete a
suo marito nell’Edipo re, ricordandogli di non farsi turbare da cattivi sogni.
L’inconscio, l’altro, minaccia di far crollare la razionale cultura del bianco.
Things Fall Apart.
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mostra visitata il 29 aprile 2010
dal 23 aprile al 19 giugno 2010
Mark Boulos
a cura di Luigi Fassi
ar/ge Kunst
Via Museo, 29 – 39100 Bolzano
Orario: da martedì a sabato mattina ore 10-13 e 15-19
Ingresso libero
Catalogo disponibile
Info: tel. +39 0471971601; fax +39
0471979945; info@argekunst.it
www.argekunst.it
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Guida i tuoi occhi nel mondo
e vedi il verso inviato,
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che danza tra i popoli.
Crescente,seguimi nel viaggio,
senza parlare ma osservare.
Seguimi e cammina nel profondo
perchè l'uomo è umano,
dà voce, ogni tanto,
a versi maestosi, umidi e gelidi come fonti di luce
ad un metro dal suolo..
Muto e poi scritto.
Taglio il vento e vedo versi,
quale sarà il tuo verso?
Un mio piccolo contributo
All’Africa e i veri volti dipinti.
L’acqua si ritrae tra neri e bianchi,
strade e sentieri,
brecce di uomini, donne, bambini
e gomitoli di uno strano sorriso
per un verso compiuto…
Così lontano e così vicino.
©
di Maurizio Spagna
Da “Afferrandomi immortale”
http://www.ilrotoversi.com
info@ilrotoversi.com
L’ideatore creativo,
paroliere, scrittore e poeta al leggìo-