È una questione di tempo, di quanto è imminente e immanente. Di questo trattano i lavori di
Michele Lombardelli (Cremona, 1968; vive a Los Angeles e Cremona), che insiste sulla possibilità di conoscere quanto lo circonda solo attraverso un’esperienza diretta. Tutto registra quanto incontra davanti ai propri occhi in questo continuo percorso di conoscenza, ma un attimo dopo dentro se stesso afferma “
not now”: quanto ho visto fa già parte del passato e l’esperienza piena non è ancora compiuta.
Not now è il titolo della personale da Arte Boccanera, che si presenta come un progetto espositivo unitario, anche se sviluppato attraverso varie modalità espressive e più unità chiuse in loro stesse ma al contempo aperte verso le altre, in una concatenazione che alla fine risulta coerente. L’idea di tempo è prioritaria nella serigrafia su carta
Dissolto a fuoco che accoglie dall’esterno: è un pupazzo di neve che sembra disciogliersi come ghiaccio in un’immagine fuori fuoco.
I giochi di parole, i richiami e le allusioni si leggono spesso nei titoli di Lombardelli, che fa allusivamente fronteggiare la serie
Wood Boy con la coppia di dittici
La signora del ceppo (in entrambe le coppie, un’opera su carta è a matita e una a inchiostro),
che ricordano atmosfere alla Linch da profonda foresta americana, e ne evocano anche le allusioni sessuali chiarite dall’opera
Fetish Rodeo, un inchiostro, tempera e matita su carta della prima serie con un’eiaculazione.
Non abbiamo fatto riferimento alle atmosfere da provincia americana casualmente, perché Lombardelli sviluppa tutta la seconda parte della mostra attraverso un continuo rimando tra le immagini fotografiche e loro stilizzazioni a matita. C’è la realtà e quell’unico dettaglio che supera l’ora, il now, che rimane nella mente più a lungo perché lo fissiamo un po’ più a fondo nella memoria. Sono tutti oggetti, dettagli, mai visi nelle foto, a differenza dei disegni, dove la donna del ceppo è in primo piano. Negli scatti ci sono solo interni di hotel anonimi e un paesaggio californiano impolverato. Tutto è vuoto, perché sta allo spettatore doverlo riempire col nostro racconto.
Ma appena abbiamo immaginato un racconto, si è già disciolto nella nostra mente come neve al sole. E dobbiamo immaginare ancora. Non è tempo per fermarsi, non ora,
not now.