A Trento, nella prestigiosa sede del Mart deputata all’arte dell’Ottocento, si è aperta una significativa esposizione dedicata a Max Klinger (1857-1920). Artista dalle fortune alterne –assai noto in vita, svalutato poco dopo la morte, rivalutato a seguito dell’importante mostra tenutasi nel 1970 a Lipsia- Klinger è tornato nell’ultimo decennio sulla cresta dell’onda anche in Italia. Dopo l’importante monografica dedicatagli nel ‘96 a Palazzo dei Diamanti, dopo i numerosi eventi incentrati per lo più sulla sua opera grafica (come quello del 2002 al Museo Morandi di Bologna), ecco che il sensuale simbolista, capace di infondere nel segno dell’acquaforte le grazie della poesia e della musica, torna di nuovo alla ribalta. Con una mostra che presenta opere provenienti dalla collezione privata di Siegfrid Unterberger e dal Museum der bildenden Künste di Lipsia, città natale dell’artista.
Il percorso presenta un solo dipinto, Tre donne nel vigneto (1912), intensa opera che fonde in un radiante meriggio, al contempo sereno e carico di tensioni, pittura di paesaggio, ritrattistica e uno dei temi più cari all’artista, la musica.
L’attività plastica di Klinger è ben testimoniata da sette sculture che alternano temi desunti dalla classicità –Cassandra, Galatea– alla ritrattistica (Busto di Elisa Aenijeff) e al nudo femminile (Fanciulla al bagno), ma anche maschile (Atleta).
La sensualità di questo artista emerge però appieno soprattutto nelle incisioni, sia quelle in gran formato, organizzate in cicli narrativi, sia quelle di assai più modeste dimensioni, come nel caso di quel particolare genere grafico che sono gliex libris. In questo campo Klinger, affezionato amante della poesia e dell’oggetto-libro in genere, produsse straordinari esemplari dalla complessa simbologia; in mostra è tra l’altro esposto un esemplare realizzato dall’artista per la propria biblioteca.
Numerose pure le serie d’incisioni presentate, a partire da quella forse più riuscita, Ein Handschuh/Un guanto (1881). Si tratta della storia di un guanto perso da una dama in una sala di pattinaggio e rinvenuto dal protagonista, il quale trasformerà quell’oggetto in un’ossessione densa di significati simbolici ed allegorici. Anche un’altra interessante serie, Eine Liebe/Un amore (1887), ha al centro il tema della donna e della follia a cui essa può portare, gettando l’amante in un oscuro vortice di pazzia, disperazione e perfino morte.
Una sensualità meno simbolica e decisamente più esplicita permea invece il nucleo dei raffinati ventidue disegni erotici, realizzati da Klinger in una dimensione privata, non certo da destinare al pubblico. Realizzati su fogli talvolta precari, essi presentano una varia tipologia erotica, che va dal semplice nudo femminile a scene ben più spinte di amore saffico ed eterosessuale, coinvolgendo talvolta nei giochi erotici perfino candidi ed innocenti puttini.
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