Femmine protagoniste. Artiste dal curriculum internazionale che sâincontrano con giovani emergenti che ben reggono il confronto. Unâindagine tesa allâesplorazione del territorio e del patrimonio trentino, che si svolge in tre differenti sedi, la Galleria Boccanera di Trento, il Parco dellâEnte Cra di Villazzano e il nuovo Centro Intermodale di Pergine, visitabili utilizzando i mezzi di Trentino Trasporti. â
Questa esperienza è un punto di partenza per la galleria. Un inizio a livello internazionale e un coronamento del primo anno di attivitĂ â, afferma Giorgia Lucchi, gallerista e ideatrice del progetto, â
che ha visto una risposta positiva sia del pubblico che degli addetti ai lavoriâ.
Anche la scelta delle opere non è casuale, ma studiata in modo appropriato: pitture in galleria, sculture e installazioni nel Parco, fotografia e video nel modernissimo Centro Intermodale. Il viaggio parte dalla stazione, con tre straniere di forte caratura, la sudafricana
Lien Botha, che nella serie fotografica
White stick for the Arctic: greener pastures, fa riferimento a un enigmatico inconscio dove a parlare sono i ricordi, i viaggi in Trentino e altrove, aggrediti da anonime figure mascherate,
a confronto con lâimponente installazione di
Cinthya Soto,
Matadero Ferjl, che ripete ossessivamente la stessa scena di macellazione da punti di vista differenti. Chiude il percorso un video di
Kaoru Katayama, artista giapponese di adozione spagnola, che in
Dancing in the space riprende due donne di Salamanca mentre ballano una danza autoctona, accompagnate da sonoritĂ elettroniche apparentemente stridenti, che a poco a poco si amalgamano alla rappresentazione folkloristica.
Con il treno su cui è intervenuta
Tatiana Festi con il suo
Minuetto dâimmagini femminili legate alla pop culture anni â60 si arriva al Parco di Villazzano, dove si viene accolti dal feticismo delle gigantografie degli stivali di
Maria Lucrezia Schiavarelli, che sembrano un corsetto, mentre seguono il profilo del cancello dâentrata.
Annamaria Gelmi ci riconduce allâimmaginario del luogo con le
High Mountains, monti stilizzati in acciaio lucido, in bilico tra realtĂ e astrazione. E mentre si scende lungo il pendio fra i mostriciattoli di
Ueia Lolta che invadono simpaticamente lâerba, di grande impatto visivo è lâintervento di
Lucia Madriz, un
Memento mori fatto di piante e terra.
Ultima tappa in galleria, dove la prima sala è tutta dedicata a
Chiara Tagliazucchi, che crea unâatmosfera da sogno occupando lâintero spazio con lâinstallazione
In una foresta, una serie di oli che descrivono boschi stregati e inquieti, tra misteriose apparizioni di fantasmi bambini e unâattesa quasi beckettiana.
Passando attraverso le divertenti
Tettine in plastilina di Tatiana Festi sâincontrano, a chiusura del percorso, le visioni espressioniste di
Elena Monzo, come
Autolavaggio universale, unâenergetica rivisitazione del
Giudizio della Sistina a colori acidi su fondo bianco su tela, con tanto di mutandine in forma scultorea a coprire le pudenda.