Gli artisti presenti a Merano riflettono sul momento attuale, sui nuovi confini tracciati dalla biotech e sulle implicazioni etiche conseguenti attraverso svariate soluzioni formali, ma comune a tutti è l’inevitabile intreccio tra il linguaggio artistico e quello scientifico: vediamo infatti le provette da laboratorio di Tyyne Claudia Pollmann e le serie di cromosomi di Suzanne Anker, mentre nel catalogo, a fianco del testo critico del curatore Valerio Dehò, troviamo un breve saggio di biotecnologia della dottoressa Daniela Laubner.
La mostra si suddivide sui tre piani espositivi e tre sono le diverse sezioni che tracciano un percorso di fruizione.
Ad accogliere i visitatori gli inquietanti ibridi di Julia Schrader fanno parte del gruppo Mutazioni e trasformazioni. Le sculture a grandezza naturale sono composte da uno scheletro in filo di ferro
Una nuova pelle racchiude ignote mutazioni anche nelle C-print di grandi dimensioni di Julia Kissina. In Toleranz sono inquadrati da vicino i piedi di una signora che passeggia in un normalissimo sottobosco, con un normalissimo paio di scarpe da donna in cuoio e con una normalissima gonna, ma una sua caviglia è a-normale e forma una strana piega sopra il calcagno…
Nelle immagini di Elisabeth Wörndl ad essere trasformato non è l’uomo, ma l’ambiente. Paesaggi brulli, resi estranei da una minima elaborazione digitale che li fa diventare grigi e li riflette, sono “abitati” da un fluido fucsia che si espande, ribolle e schizza.
Nella parte dedicata al Doppio ci sono i gemelli o, meglio, i cloni protagonisti del video dal ritmo cinematografico No Sunshine di Bjørn Melhus, dove lo sfondo alle spalle delle figure e i suoni elettronici ricordano i telefilm di fantascienza degli anni ’70, come pure i due personaggi in primo piano con tuta rossa aderente e manopole e parrucca gialla palesemente in gomma.
La mostra è completata da una sezione video, curata da CareOf di Milano, che comprende, tra gli altri, Fioritura di Sabrina Mezzaqui, L’uomo mascherato di Brigata Es e gli uomini travestiti da animali di Tessa Den Uyl.
Come avvenimento collaterale alla Biennale Marcello Pecchioli ha curato una rassegna di film in tema con la mostra, che vanno da L’invasione degli ultracorpi a eXistenZ di Cronenberg.
mariella rossi
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