Categorie: trento bolzano

fino al 4.I.2004 | Eija –Liisa Ahtila | Bolzano, Museion

di - 14 Novembre 2003

Una sala completamente verde, un divano e tre proiezioni affiancate su un’unica parete senza soluzione di continuità. I tempi dei tre schermi sono sfasati e le riprese diverse, ma a calce di ognuno scorrono i sottotitoli in inglese delle parole pronunciate a turno in finnico dalle giovani protagoniste di If 6 was 9. Parlano a ruota libera della loro età e delle loro esperienze quotidiane rivolgendosi in modo misurato alla telecamera.
Altra sala, tre monitor e una sedia al centro: alternate scorrono le immagini di un rapporto di famiglia tra marito e moglie. Questa volta a parlare è il marito, da sotto le lenzuola e mentre stende con la moglie gli stessi drappi bianchi. In un altro spazio le pareti su cui scorrono le immagini di The house sono una verde, l’altra azzurra e quella a destra rossa, mentre da dietro fuoriesce un bagliore diffuso e in sottofondo un rumore basso e sordo completa l’ambiente percettivo nel quale l’osservatore viene completamente coinvolto. La protagonista è sola e racconta alla telecamera in modo lucido la sua percezione di strane presenze in casa: è in una stanza ordinata e, mentre parla, le altre immagini si spostano su dettagli dell’interno e dell’esterno. In The wind sia le pareti della sala che gli interni della casa del video sono azzurri e all’ingresso un ventilatore crea un movimento continuo dell’aria. La donna spiega con distacco le sue paure e la telecamera inquadra la stanza, quando, improvvisamente, un forte colpo di vento scompiglia ogni cosa, come per dare alla ragazza la possibilità di ricominciare daccapo. The present è invece un’installazione composta da alcuni monitor che trasmettono in modo sequenziale storie differenti di psicosi femminili. Mentre scorre il video di una donna che striscia a terra, gli altri televisori sono bloccati in stand by su una schermata colorata, verde, azzurra o rossa. Le opere fotografiche allestite lungo il corridoio fanno parte invece della serie Scenographer’s Mind, che riprende, attraverso l’uso del dittico montato in un’unica cornice, l’approcio narrativo dei video. Anche le tematiche corrispondono, visto che i ritratti di donne intente nello loro case a studiare oppure ad accudire il bambino sono affiancate da dettagli d’interni, come una cucina, una casa delle bambole e uno studio.
La finlandese Eija-Liisa Ahtila immortala momenti domestici di vite femminili dell’area nordica, che sembrano raccolte in video dall’intento documentaristico. In realtà ogni immagine è studiata e calcolata sia nel copione che nella scenografia secondo le modalità proprie della cinematografia: per questo gli interni delle case sono allo stesso tempo familiari e freddi, vissuti e ordinati, banali e surreali, mentre le protagoniste sono disturbate, ma composte, agitate, ma lucide. A questo effetto antitetico di sottofondo, corrisponde lo sfasamento spazio-temporale che fa scorrere sugli schermi riprese differenti.
Slittamento e dilatazione delle immagini non stravolgono comunque l’impianto narrativo delle sequenze, visto che le protagoniste si sfogano in un monologo con la telecamera. Sono sole, escluse da qualsiasi interazione e per questo incapaci di provocare un cambiamento significativo e uno stravolgimento all’interno della loro storia. Riescono solo a raccontarla passivamente.

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mariella rossi
mostra visitata il 25 ottobre 2003


Eija-Liisa Athila
21. 09. 2003–04. 01. 2004
Museion-Museo d’Arte Moderna e Contemporanea
via Sernesi 1 Bolzano
T +39 0471 312448 F +39 0471 312460
info@museion.it www.museion.it  
mar–dom 10.00–18.00, giovedì 10.00–20.00, chiuso il lunedì e festivi.
intero € 3.50, ridotto anziani e studenti € 2, carta famiglia € 7
Catalogo italiano/tedesco con testi di Letizia Ragaglia e Andreas Hapkemeyer
Ufficio stampa: artlink T 0471 500483, F 0471 506592
info@artlink.it www.artlink.it


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