Sonic Youth etc.: Sensational Fix racconta il “viaggio” che la band sta percorrendo da ventisette anni, sottolineando la non univocità della sua produzione. È quel viaggio che
Lee Ranaldo (chitarra e voce del gruppo) dice di voler “
fare in compagnia di più gente possibile”. La mostra non si limita allora a far sentire e vedere i
Sonic Youth, ma si rivolge al contesto circostante, verso quell’
eccetera del titolo, che diventa essenziale per capire quanto loro siano parte integrante della cultura creativa del nostro tempo.
Il contesto è la New York dei primi anni ‘80, dove negli
artist loft si trovavano insieme artisti e musicisti e spesso venivano organizzati concerti di musica sperimentale all’interno delle gallerie, come il
Noise Fest organizzato da
Thurston Moore nel 1981 alla galleria White Columns. Ma negli anni a seguire i Sonic Youth hanno continuato a interessarsi alle diverse forme creative, dando luogo a una intercomunicazione tra musica sperimentale e arte concettuale in cui le diverse discipline si amalgamano indissolubilmente.
La mostra vuole mostrare questi diversi tipi di relazioni innescate e proporre anche relazioni ideali, nei concetti. I frutti di questi network li vediamo subito dopo l’ingresso in uno spazio interattivo con insieme la musica, i poster e le copertine dei dischi che scaturiscono dalla collaborazione con diversi artisti, tra i quali
Richard Kern, Dan Graham,
Gerard Richter,
Mike Kelley,
Richard Prince.
Il percorso espositivo si dispiega poi come una presentazione delle origini “concettuali” del gruppo. Salendo verso il primo piano troviamo i lavori di
George Maciunas e
John Cage, rendendo un omaggio a coloro che dell’improvvisazione facevano la regola. Al piano superiore, un padiglione allestito da
Dan Graham contiene video e brani tratti dagli archivi sonori della band e dell’artista. Questi prevedono l’ascolto in cuffia, diventando materiale quasi privato. Sembra una lettura diversa di ciò che sono i Sonic Youth: non solo una band, ma produttori e innovatori di energia attraverso il costante rinnovamento e la curiosità per il lavoro di altri artisti. All’interno delle sale espositive troviamo anche lavori di Lee Ranaldo, Thurston Moore e
Kim Gordon, i quali, contribuendo all’allestimento, hanno suggerito le relazioni tra le opere.
Non poteva mancare un concerto. Che in realtà è diventato qualcosa di più. Nel contesto del Festival Transart, i Sonic Youth si sono infatti esibiti in un luogo industriale che sottolinea ancora una volta il loro essere fuori dai cliché musicali. Dopo il gruppo di supporto Golden Jooklo Age sono entrati in scena i Sonic Youth. Una luce proiettava su un telo dietro il palco
Celebration at Big Sur, un film girato nel 1969 durante il Big Sur Folk Festival, svoltosi un mese dopo il celebre Woodstock Festival, in California.
Di fronte alle immagini, Kim Gordon s’improvvisava in movenze vicine a quelle di una performance, alternandosi al microfono con Ranaldo e Moore. Il concerto si è così rivelato un’esperienza estetica, una performance live, in cui l’arte si è intrecciata con la musica, eliminando ogni tipo di barriera. Mentre tutto diventava un flusso di suoni e rumori.