Artword. Archivio di nuova scrittura sarà forse l’ultima vera mostra ospitata nelle vecchie sale del Museion in Via Sernesi a Bolzano. Questo non solo perché il Museo avrà tra breve una nuova sede, ma soprattutto perché il direttivo si sta orientando verso una nuova concezione dell’esposizione. “Nella mostra sono presentati 300 lavori, opere concettuali, veri e propri testi di poesia visiva e concreta, lavori di artisti degli anni Sessanta Settanta e Ottanta che impiegano il mezzo della scrittura”. Le opere esposte appartengono alla collezione di Paolo Della Grazia, che le ha cedute in forma di prestito a lungo termine al Museion e che nell’allestimento interagiscono con quelle di proprietà del museo. Ma Artword è singolare per la peculiarità di rendere il visitatore stesso un catalogatore di opere d’arte. Le persone che visiteranno la mostra potranno infatti osservare le opere esposte, ma soprattutto, attraverso alcune postazioni PC, potranno entrare in contatto diretto con la catalogazione delle stesse, effettuata tramite il supporto
La parte della mostra allestita in modo tradizionale è invece suddivisa in tre sezioni. Nella prima vengono proposte opere di Poesia Visiva di artisti italiani quali Accame, Carrega, Isgrò, Ori e Spatola. In un’altra sezione, riservata ai rappresentanti della Poesia Concreta, sono esposte opere di Blaine, De Vree, Garnier e Nannucci e proprio la presenza di artisti brasiliani, francesi, giapponesi, cechi e tedeschi testimonia l’internazionalità del movimento che si è sviluppato a partire dalla metà degli anni Cinquanta. Il terzo nucleo della collezione è costituito dalle opere di Arte Concettuale di Boetti, Nauman, Paolini e Vaccari e dai lavori degli esponenti del movimento Fluxus . Occupano una posizione di rilievo le illustrazioni Dell’Inferno realizzate da Robert Rauschenberg. Importante risulta anche la presenza di Carlo Belloli, che funse da collegamento con il Futurismo, corrente che sperimentò attraverso l’uso della parola nuove metodologie artistiche. L’elemento che accomuna infatti tutte le opere in mostra è l’uso del linguaggio verbale
Un simposio dal titolo Archiviazione digitale e lavoro in rete , progettato in collaborazione con Basis Wien in concomitanza della mostra, ha approfondito le tematiche sollevate da questa innovativa esposizione. Sono state infatti illustrate le problematiche legate alla catalogazione delle opere d’arte moderne e contemporanee e alla loro comunicazione. I maggiori rappresentanti dei Musei altoatesini e delle Istituzioni e progetti internazionali, si sono confrontati sui nuovi metodi di archiviazione digitale e sui bisogni informativi del pubblico, interrogandosi sull’effettiva necessità della digitalizzazione. Il punto fermo su cui si sono trovati d’accordo i relatori è l’esigenza imprescindibile di una strategia comune e a lungo termine tra le Istituzioni museali, realizzabile solo attraverso sinergie efficaci sui punti chiave della ricerca in ambito culturale.
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